Gli anarchici livornesi si mobilitano questa sera per ribadire con forza: "No al rigassificatore", "No al saccheggio", "No allo sfruttamento". Sul sito del Collettivo Anarchico Libertario e della Federazione Anarchica Livornese spiegano cosa significano per loro "i funerali del mare", quel mare dove è ancorato, a pochi chilometri dalla costa, il mostro con suoi quattro enormi serbatoi da 137mila metri cubi di capacità. In autunno dovrebbe essere messo in funzione: pomperà ogni giorno centinaia di milioni di litri d’acqua, che poi rigettaterà in mare più fredda e con aggiunta di cloro con inevitabili danni per l'ambiente marino.
«Scendere in piazza questa sera», spiegano i compagni nel volantino che verrà distribuito questa sera, «è
importante per riaffermare le ragioni della lotta contro il
rigassificatore, un movimento che negli scorsi anni ha portato in piazza
a Livorno migliaia di persone. Il movimento contro il rigassificatore,
oltre ad aver contato su un’ampia partecipazione, ha contribuito a far
emergere con urgenza in città le questioni della salute e dell’ambiente,
favorendo lo sviluppo di numerose lotte sul territorio e stringendo
legami a livello nazionale con numerosi altri movimenti popolari.
Nonostante l’ampio movimento di opposizione al progetto, nonostante stragi come quelle di Viareggio e Genova abbiano dimostrato ancora una volta come la sicurezza e la salute collettive siano sempre subordinate ai profitti di pochi affaristi, l’impianto di rigassificazione sembra essere pronto a entrare in funzione.
Nonostante l’ampio movimento di opposizione al progetto, nonostante stragi come quelle di Viareggio e Genova abbiano dimostrato ancora una volta come la sicurezza e la salute collettive siano sempre subordinate ai profitti di pochi affaristi, l’impianto di rigassificazione sembra essere pronto a entrare in funzione.
Adesso che la “FSRU Toscana”, il
famoso “bombolone”, è arrivato a largo delle coste livornesi, dobbiamo
tornare a denunciare le menzogne e l’arroganza delle istituzioni. Tra le
numerose bugie dell’amministrazione locale va evidenziata la falsa
promessa di riduzione delle bollette del gas. È stato confermato anche
dalla stampa nazionale quanto i comitati affermano ormai da tempo: il
rigassificatore porterà bollette del più salate ai livornesi, che
dovranno garantire di tasca propria i profitti della società OLT.
I “funerali del mare” non saranno i funerali delle lotte, possono invece
essere un’occasione per rilanciare mobilitazioni dal basso in difesa
della salute e dell’ambiente. E' importante adesso dare continuità ai
percorsi assembleari, estendere la partecipazione attiva, rifiutando
ogni delega al partito o al politico di turno, coscienti che nessuna
soluzione può esserci da parte di quelle istituzioni che piegano le
proprie stesse leggi per favorire chi devasta i territori e avvelena la
popolazione, da parte di quelle istituzioni che reprimono con violenza
chi lotta per la salute, contro la militarizzazione, contro lo
sfruttamento e il saccheggio capitalista.
Una ennesima dimostrazione del ruolo delle istituzioni ce l’ha data
alcune settimane fa la Regione Sicilia. In Sicilia un ampio movimento
popolare contro la costruzione del MUOS (un nuovo sistema di
telecomunicazioni satellitari per la marina militare USA) si oppone alla
definitiva militarizzazione dell’isola, alla guerra, all’attentato alla
salute degli abitanti della zona. Nello scorso aprile la Regione
Sicilia aveva revocato le autorizzazioni per l’installazione del MUOS
sotto la pressione del movimento popolare, a fine luglio però la Regione
stessa ha revocato il proprio provvedimento di revoca delle
autorizzazioni, dando il via libera formale ai lavori. Un voltafaccia
che ha fatto venire a galla i precedenti accordi della Regione Sicilia
con il Ministero della Difesa per garantire la partenza effettiva dei
lavori sulla pelle della popolazione.
Se vogliamo vincere, se vogliamo ottenere dei cambiamenti possiamo solo
affidarci alle nostre forze. Come anarchici sosteniamo
l’autorganizzazione delle lotte, attraverso un metodo assembleare ed
orizzontale, attraverso la pratica dell’azione diretta ed il rifiuto
della delega ai partiti. Coloro che subiscono come lavoratori e come
abitanti i danni dello sfruttamento e della devastazione ambientale sono
gli unici che possono migliorare le proprie condizioni, nessuno lotterà
al loro posto. Solo in questa prospettiva sarà possibile bloccare
davvero questi progetti devastanti e costruire una concreta alternativa,
libera e autogestionaria».
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