Come può una legge che dice di voler
tutelare le donne, legalizzare nello stesso tempo le violenze contro
le stesse? A rigor di logica non può. Non si può dichiarare di
perseguire penalmente un delinquente e contemporaneamente mettergli
in mano le armi per uccidere. E' folle. E invece sono riusciti anche
a far questo.
Oggi il governo commenta con toni trionfalistici l'approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto che fermerà, a suo dire, i femminicidi in Italia. A parte lo spregevole incoraggiamento alla delazione il cui uso si è rivelato spesso ulteriore forma di violenza nei confronti di persone completamente innocenti da punire per i motivi più disparati (ne so qualcosa, visto che l'ho vissuto sulla mia pelle), si tratta comunque di una presa di posizione contro l'orrore in cui troppe donne ancora oggi sono costrette a vivere. Peccato che il decreto che contiene "disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere" preveda (e precisamente al capitolo 9) un articolo che di fatto incoraggia la violenza e dota di strumenti di repressione le forze armati nei confronti delle donne, e non solo, che si battono quotidianamente contro l'alta velocità in Val Di Susa.
Nell'articolo 10 del capitolo, affettuosamente chiamato #NoTav,
si dice infatti che i tutori dell’ordine, quelli che salverebbero
le donne, riceveranno più fondi, soldi, armi, poteri nel loro
servizio di “controllo del territorio e per la realizzazione del
corridoio Torino-Lione”.
Oggi il governo commenta con toni trionfalistici l'approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto che fermerà, a suo dire, i femminicidi in Italia. A parte lo spregevole incoraggiamento alla delazione il cui uso si è rivelato spesso ulteriore forma di violenza nei confronti di persone completamente innocenti da punire per i motivi più disparati (ne so qualcosa, visto che l'ho vissuto sulla mia pelle), si tratta comunque di una presa di posizione contro l'orrore in cui troppe donne ancora oggi sono costrette a vivere. Peccato che il decreto che contiene "disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere" preveda (e precisamente al capitolo 9) un articolo che di fatto incoraggia la violenza e dota di strumenti di repressione le forze armati nei confronti delle donne, e non solo, che si battono quotidianamente contro l'alta velocità in Val Di Susa.
Per buona pace di tutte le compagne
picchiate, fermate, arrestate mentre difendevano una Valle che lo
Stato vuole stuprare. Per buona pace di Marta, che viene fermata,
colpita alle spalle, abusata e insultata solo perché era andata a
manifestare di notte davanti al cantiere dell'alta velocità battendo
sulle reti. La sua testimonianza racconta le manganellate alla
schiena mentre è schiacciata per terra dagli scarponi di agenti di
cui non riesce neanche a vedere il volto. La notte è satura di gas e
lei non è protetta da maschere, a differenza degli agenti. La
trascinano in due, uno le stringe il collo, dell’altro restano sul
suo braccio le impronte livide della stretta. La trascinano mentre
altri intervengono. Uno alza il manganello e le spacca la bocca (6
punti esterni, 2 interni), altri le palpeggiano il seno e il pube. E’
un coro di insulti, un gridare “puttana”. Sanguinante la portano
dentro il cantiere, gli insulti e gli sputi continuano, ci sono i
magistrati e anche una donna poliziotto che non porta conforto ma
altri sputi e insulti e molestie verbali.
La legge contro la violenza sulle donne
dovrebbe punire questi abusi e invece li incentiva. Non c'è logica
in tutto questo. Per le donne violate esigiamo rispetto. Se il
carnefice è pagato dallo
Stato ne esigiamo di più, non di meno.
Stato ne esigiamo di più, non di meno.
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