venerdì 29 giugno 2018

Faccia al muro: i "lati b" delle tele raccontanto un'altra storia dell'arte

L'opera di Gijsbrechts (1670-75)

Tra il 1670 e il 1675, il pittore Cornelius Norbertus Gijsbrechts dipinge a olio per la prima volta nella storia dell’arte qualcosa che mai era stato ritenuto degno di essere raffigurato. Non una scena religiosa, non il ritratto di un nobile committente, non un interno, non un paesaggio e nemmeno una natura morta: lui sceglie di raffigurare il retro di un dipinto sul davanti di una tela. Lo fa nei mimimi particolari avendo cura di riprodurre le venature del legno sul telaio, creando zone d’ombra che naturalmente si sarebbero prodotte dallo spessore delle assi. Non solo: rifà la fitta connessione tra trama e ordito della tela, i chiodi nei minimi dettagli e perfino un piccolo cartellino d’inventario solo parzialmente attaccato alla superfici.
Si tratta decisamente di un’opera fuori dall’ordinario per la pittura dell’epoca non solo perchè è libera da ogni contestualizzazione ma anche perchè diventa un particolare «trompe-l’oeil» che non inganna l’occhio con un’immagine ma con ciò che ci dovrebbe essere dietro l’immagine innescando così una meditazione sul concetto di «non visibilità» che innalza l’oggetto ritratto alla dignità di protagonista.
La scelta trasgressiva del soggetto rappresenta inoltre la prima manifestazione assoluta e integrale di un gesto autoriflessivo della pittura, un iniziale ed eversivo tentativo di pensare all’arte come a un medium che pensa a se stesso e alle sue strutture nascoste generando così un nuovo linguaggio.

sabato 2 giugno 2018

Adelita Husni-Bey, l'educazione libertaria diventa arte

Adelita Husni-Bey (Milano, 1985) è un’artista e un’esperta di pedagogia interessata a tematiche che spaziano dall’anarco-collettivismo al teatro, dalla giurisprudenza agli studi  sullo sviluppo urbano che ha lavorato in svariati contesti con attivisti politici, architetti, giuristi, scolari, poeti, attori, urbanisti, fisioterapisti, atleti, insegnanti e studenti, concentrandosi sulla decostruzione della complessità del concetto di collettività. Ha rappresentato l'Italia alla Biennale d'Arte di Venezia del 2017 e venerdì (8 giugno 2018) inaugura una interessante retrospettiva sulla sua eterogenea produzione alla Galleria Civica di Modena, nella sede della Palazzina dei Giardini. "Adunanza", a cura di Diana Baldon e Serena Goldoni, propone infatti gli ultimi dieci anni di lavoro tra video, installazioni, opere pittoriche, serie fotografiche,  disegni e lavori su carta.

venerdì 1 giugno 2018

L'Arcipelago Italia alla Biennale di Venezia #Architettura

Otto monumentali libri sono spalancati dentro le Tese delle Vergini dell'Arsenale, a Venezia. Pagine di una guida turistica che racconta itinerari inediti del Belpaese: attraversando l'arco alpino e la dorsale appenninica fino alla Sardegna si scoprono progetti di architettura contemporanea, ma anche borghi storici, cammini, paesaggi e parchi naturali che descrivono i territori interni, quelli meno conosciuti, quelli più interni, ma ricchi di qualità e valore. Si apre così il nostro Padiglione alla XVI Biennale di Architettura che ha appena spalancato le sue porte al pubblico. Il curatore Mario Cucinella, l'ha chiamato «Arcipelago Italia» ed è un vero e proprio insieme di piccoli comuni e città che, ha spiegato lo stesso Cucinella, «nella storia hanno rappresentato i nodi della produzione culturale, in altre parola il Dna italiano».