Il ministro dello Sport russo, Vitaly Mutko, insiste nel dire che la polemica sulla legge anti-gay è "un problema inventato" dalla stampa occidentale. Ma intanto oggi la foto delle due atlete russe che, sul podio dopo aver vinto l'oro nella staffetta 4x400, si scambiano un bacio, ha riacceso le polemiche e le critiche sull'odiosa legge anti-gay recentemente approvata in Russia. Il gesto infatti è stato da molti interpretato come una protesta, un atto di ribellione contro quella legge. E a poco servono le dichiarazioni fatte da alcuni esponenti della delegazione russa ai campionati mondiali di atletica che si sono affrettati a precisare che Kseniya Ryzhova e Tatyana Firova stavano solo festeggiando e non intendevano lanciare nessun messaggio politico.
La polemica, che segue quella provocata della parole di Yelena Isinbayeva, poi ritrattate dalla regina del salto con l'asta russa, che erano suonate a sostegno della odiosa legge di Putin, conferma come, nonostante le dichiarazioni del ministro russo, la questione della legge anti-gay continui ad essere una sorta di convitato di pietra di questi campionati di atletica e, si prevede, lo sarà anche a Sochi dove sono stati organizzati i Giochi Olimpici invernali, ai quali parteciperanno diversi atleti dichiaratamente omosessuali. Tra questi vi è Blake Skjellerup, neozelandese che si è detto pronto a violare la legge indossando un simbolo LGBT durante la sua permanenza sul posto.
La legge anti gay di Putin non arriva a prevedere il carcere come il famigerato articolo 121 imposto da Stalin nel '34, ma poco ci manca. Punisce infatti senza appello qualsiasi atto di "propaganda" omosessuale in presenza di minori. Per propaganda si intende un bacio, un abbraccio, lo stare mano nella mano. Ma anche parlare in pubblico dei diritti, degli amori e delle speranze dei cittadini gay. La definizione, strategicamente un po' vaga, di "propaganda" darà al giudice la possibilità di punire con pesanti multe (fino a 15mila euro) artisti, attori ma anche comuni cittadini colti ad esprimere un'opinione in pubblico sulla situazione degli omosessuali. Anche gli stranieri in vacanza o per lavoro in Russia devo stare molto attenti: rischiano una multa fino a 100.000 rubli e possono essere rinchiusi 15 giorni o addirittura espulsi.
Ma al di là delle multe il vero problema è che la legge ha scatenato un’ondata di attacchi violenti ai danni di persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali in un paese già di per sé altamente omofobo. «La situazione in Russia - ha detto Alistair Stewart, responsabile di Kaleidoscope Trust (organizzazione
LGBTQ con base nel Regno Unito che si occupa di diritti umani a livello
internazionale), durante una protesta a Londra di fronte
all’ambasciata russa - è indubbiamente peggiorata, nel senso che queste leggi vanno ad alimentare il clima di paura e giustificano in qualche modo gli abusi contro le persone LGBT. I nostri colleghi russi registrano un incremento del livello di violenza, sia spontanea che premeditata».
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