Sarebbe davvero molto facile ironizzare sul raduno azzurro in segno di solidarietà a Berlusconi organizzato a via del Plebiscito: poca gente che pure sembrava abbastanza nella strada-budello del centro storico, le bandiere di Forza Italia distribuite all'angolo di piazza Venezia a chiunque si trovasse a passare nei paraggi, i pullman (pare 500) che hanno portato a Roma non più di mille persone... Gli elementi per farsi una grande risata ci stavano tutti. Eppure io al termine della diretta, che ho dovuto seguire per lavoro e non certo per piacere, ero incazzata.
Non tanto perché è evidente che c'è gente che continua a credere a un uomo come Berlusconi: provo a trovare una giustificazione nell'ignoranza. Del resto è proprio l'ignoranza il brodo di coltura in cui viene fatto crescere il consenso per certi individui. Ero incazzata perché nessuno di chi stava lì a tuonare contro i giudici e il carcere ha mai detto una parola per chi viene sbattuto in galera da innocente e lì muore ammazzato di botte. Ero incazzata perché quella gente a via del Plebiscito è la stessa che batte le mani quando viene chiesta la detenzione di chi manifesta ai comizio. E' la stessa che si dice soddisfatta dell'estensione del reato di terrorismo a chi contesta un'opera devastante dal punto di vista ambientale ed economico come la tav in Val di Susa. A tutto questo si è aggiunta, alla fine, la ciliegina sulla torta: il coro che quella gente ha intonato quando il capo, al termine del comizio, è tornato a casa e si è affacciato dalla finestra del Palazzo a due passi da piazza Venezia di mussoliniana memoria. "Duce, Duce, Duce", hanno intonato gli idioti che invece di tornarsene a casa sono rimasti lì al caldo sperando fino all'ultimo in un saluto da parte del Cavaliere. E lui li ha accontentati stendendo il braccio in un saluto romano. Orrore.
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