Il giorno di Ferragosto l'europarlamentare Gianni Vattimo, invece di andare al mare come tanti suoi colleghi, ha voluto passarlo dietro le sbarre con i detenuti. Da torinese ha scelto il carcere Lo Russo-Cutugno e si è fatto accompagnare da due assistenti particolari: Luca Abbà, il No Tav scampato miracolosamente alla caduta da un traliccio in Val di Susa sul quale era salito per protesta, e Nicoletta Dosio, portavoce del movimento contro l'Alta Velocità. I tre hanno fatto visita in particolare a Davide Giacobbe, Giobbe, finito qualche giorno fa in galera con l'accusa di aver aggredito un poliziotto nel 2012. La cosa non è piaciuta al senatore Pd Stefano Esposito, che in preda all'ira, ha invocato un'inchiesta a carico di Vattimo.
Ovviamente è stato accontentato, anche se il fasciolo per ora è rubricato sotto la voce "atti relativi" e non contiene nomi di indagati, ma potrebbe trasformarsi in un procedimento per falso ideologico: questa, almeno, è l'ipotesi che stanno studiando i magistrati della procura che vogliono valutare non tanto la legittimità della visita - che ai parlamentari è consentita - quanto della presenza con l'europarlamentare dei due accompagnatori.
Se a ciò si aggiungono le parole che il filosofo ha pronunciato all'uscita del carcere, si capisce il perché Esposito e la procura siano "arrabbiati". "La vera violenza è quella dello Stato che militarizza il territorio per realizzare un'opera inutile", ha detto Vattimo intervistato da Repubblica sulle persone denunciate per violenza negli assalti in val di Susa per la Tav. "I cattivi maestri degli anni Settanta teorizzavano la lotta armata", precisa. "Io mi limito a difendere i blocchi stradali". "Io non sono un violento", spiega, "ma appoggio le reazioni anche non legali contro le scelte di un Parlamento non legittimo, se non formalmente". E' la decisione, puntualizza, "di un Parlamento che ha votato che Ruby è la nipote di Mubarak. E' un parlamento semi-fascista".
Vattimo parla anche della presunta "aggressione" al camionista olandese durante uno dei blocchi sull'autostrada. Aggressione, dice, è "una parola un po' forte", anzi "bisogna vedere se gli hanno tagliato davvero le gomme. In quel caso verrà risarcito" e in ogni caso non c'è stato sequestro: "E' stato fermato", dice. "Non capiva la lingua. Si è spaventato ed è scappato", "non so se è normale. Ma non è un sequestro di persona". Le intimidazioni agli operai che lavorano nel cantiere? "Spesso sono leggende che vi inventate voi giornalisti o che si inventano quelli che le denunciano". E comunque: "ci può essere forse un po' di illegalità, ma non è violenza. Definire sovversi i No Tav è sicuramente un eccesso". Il riferimento è ovviametne ai pm torinesi. Secca la replica di Esposito: "Vattimo vuole deleggittimare l'azione della procura, ma il suo tentativo non avrà successo".
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