La LadyFest che si aprirà 6 giugno a Zam è ricca di appuntamenti: laboratori, spettacoli, concerti, proiezioni, performance e molto altro ancora. Oggi vorrei proporvi quello di venerdì dalle 18.30 alle 22 che farà il bis e il tris sabato e domenica dalle 17 alle 21, sabato e domenica proposto da Serpica Naro: "Arazzo desiderante: smacchiniamolo duro".
La stilista provocatrice virtuale (il suo nome è l'anagramma di San Precario), che nel 2005 si è infiltrata nel calendario ufficiale della Settimana della Moda milanese per denunciare le condizioni dei lavoratori precari nell’industria della moda italiana, e che ora è un un collettivo/associazione culturale non-profit, allestirà durante la LadyFest un laboratorio aperto: una fucina di trame e desideri, ma anche una mappatura dei passaggi, delle soggettività e singolarità desideranti.
giovedì 29 maggio 2014
mercoledì 28 maggio 2014
La LadyFest si dice e si fa... Il 6, il 7 e l'8 giugno
Tre giorni per sperimentarsi, per conoscere storie nuove, per emozionarsi, per riflettere collettivamente sul corpo e le relazioni dando spazio e visibilità alla sessualità. Tre giorni per divertirsi. Questo è la Lady Fest che dal 6 all'8 giugno sarà ospitata da Zam: un festival autogestito e autoprodotto, un festival queer e femminista di cultura indipendente, che ospiterà laboratori, spettacoli, concerti, proiezioni, performance e molto altro ancora. Uno spazio libero dal sessismo e dal machismo, nel quale sentirsi a proprio agio.
giovedì 22 maggio 2014
#strettamentepersonale Il mio libro "Il sangue politico" a Ombriano
Oggi, 23 maggio, alle 19,30 presento a Ombriano il mio libro "Il sangue politico" (Editori Riuniti): la storia di Gianni Aricò, di Angelo Casile, di Annelise Borth, di Franco Scordo e di Luigi Lo Celso che trovarono la morte a soli vent'anni in uno strano incidente stradale sull'autostrada del Sole, nei pressi di Ferentino, la notte tra il 26 e il 27 settembre 1970.
Erano partiti dalla Calabria per portare a Roma, ai compagni della Federazione Anarchica Italiana, un dossier di contro-informazione misteriosamente scomparso dal luogo dell'incidente. La loro vicenda e il dossier che avevano messo insieme si intreccia con alcune delle pagine più oscure e insanguinate della storia italiana collegate da un inquietante filo nero che parte da piazza Fontana, passa per i moti di Reggio, la strage di Gioia Tauro, il golpe Borghese. E ancora il caso Marini, l'omicidio De Mauro, la tragica fine di Mastrogiovanni. Questa è la storia di cinque anarchici che avevano scoperto cose che “avrebbero fatto tremare l'Italia”. Questa è la storia di cinque ragazzi che capirono prima di altri che l'Italia, un Paese che aveva sconfitto sul campo il fascismo, non lo aveva però estirpato, consentendo a beceri individui assetati di potere e di sangue di farlo rinvigorire e crescere fino ai giorni nostri dove convivono vecchie e nuove dittature con la loro carica di violenza e disumanità. Li hanno fermati.
Qui trovate la prefazione di Erri De Luca
Erano partiti dalla Calabria per portare a Roma, ai compagni della Federazione Anarchica Italiana, un dossier di contro-informazione misteriosamente scomparso dal luogo dell'incidente. La loro vicenda e il dossier che avevano messo insieme si intreccia con alcune delle pagine più oscure e insanguinate della storia italiana collegate da un inquietante filo nero che parte da piazza Fontana, passa per i moti di Reggio, la strage di Gioia Tauro, il golpe Borghese. E ancora il caso Marini, l'omicidio De Mauro, la tragica fine di Mastrogiovanni. Questa è la storia di cinque anarchici che avevano scoperto cose che “avrebbero fatto tremare l'Italia”. Questa è la storia di cinque ragazzi che capirono prima di altri che l'Italia, un Paese che aveva sconfitto sul campo il fascismo, non lo aveva però estirpato, consentendo a beceri individui assetati di potere e di sangue di farlo rinvigorire e crescere fino ai giorni nostri dove convivono vecchie e nuove dittature con la loro carica di violenza e disumanità. Li hanno fermati.
Qui trovate la prefazione di Erri De Luca
Il sabotaggio
Cinzia Dalle Pezze ha segnalato su Fb questo interessantissimo articolo tratto da "Le sabotage", Librairie Rivière, del 1911. Cinzia spiega che il periodo storico in cui fu scritto giustifica i termini "proletario-capitalista" che, a suo avviso, sono obsoleti e male rendono l'idea della complessità sociale odierna. «Ma lo posto», puntualizza, «perché rende bene il senso ed il perché di una "tecnica" di attivismo come il sabotaggio e spiega perché tale pratica non dovrebbe essere giudicata da una "morale" diversa da quella che lo produce e lo auspica». «Tutti noi cresciamo e viviamo assorbendo una morale che è quella della classe dominante, la respiriamo "con il latte materno", poi nella scuola e nei rapporti sociali: agire in modo diverso da questa morale significa andare contro quello che abbiamo tutti, oramai, introiettato come giusto. La questione, piuttosto, andrebbe analizzata in modo politico, e non in modo legale, magari negando "le cattive intenzioni" dove l'aggettivo "cattive" assume connotazioni opposte a seconda di chi va ad interpretarlo. Gli avvocati puntino pure (altro modo non hanno) sulla visione "innocentista" (è solo un generatore). Ma noi, al di fuori delle aule, non lasciamoci sviare da quest'etica contraffatta».
domenica 18 maggio 2014
Racconto: di corde, di bende, di fuoco. E di politica
Venerdì.
Sveglia, caffè,
metropolitana, citofono, cancello, quotidiani, caffè, sigaretta,
computer, rabbia, sigaretta, computer, sigaretta, computer,
sigaretta, telefono. Tram, occhiali, cane, palestra, bastoni, cena,
vino, fumo, chiacchiere, politica, individualisti e faisti, divano,
alba.
venerdì 16 maggio 2014
Il laboratorio di scrittura erotica con Slavina
Man Ray |
Oggi mi sono svegliata presto. Per scrivere. O meglio per fissare con le parole quello che ho provato ieri sera poco prima della mezzanotte quando, dopo averla tanto cercata, ho trovato l'illuminazione grazie a “Le parole che non o/so dire”.
martedì 13 maggio 2014
Per favore seppellite il disertore Andrew
Per favore seppellite Andrew Leonard. Là dentro c’è stato abbastanza. Via del Gonfalone 29, Roma, museo Criminologico: nella sala dedicata alla “giustizia dell’Ottocento” è esposto in bella mostra il corpo, ormai ridotto a uno scheletro, di un soldato inglese lasciato morire con un particolare sistema di tortura. Andrew, come si legge sul catalogo del museo, apparteneva al 27° reggimento Enniskilling che, agli ordini di Sua Maestà Britannica, aveva partecipato agli scontri con le truppe napoleoniche in Italia meridionale, in particolare in Calabria e in Sicilia.
sabato 10 maggio 2014
giovedì 8 maggio 2014
#BringBackOurGirls Appello per le studentesse rapite in Nigeria vendute in nome di Allah
«Ho rapito le ragazze e le venderemo al mercato in nome di Allah». È quanto ha detto il leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, nel video con cui il gruppo islamista rivendica il rapimento delle oltre 200 ragazze sequestrate il 14 aprile scorso mentre erano a scuola in un villaggio di Waranbe, nello stato del Borno in Nigeria. «Allah dice che devo venderle, mi comanda di venderle, ed io venderò le donne», continua il messaggio, secondo la traduzione fornita dalla Cnn dalla lingua locale hausa. «Ragazze, dovete sposarvi» ha detto ancora il leader del gruppo il cui nome significa «l’educazione occidentale è un peccato» chiedendo più volte che il governo nigeriano interrompa il sistema di istruzione aperto alle ragazze.
martedì 6 maggio 2014
Invalsi, in terza media sono prove d'esame per schedare i ragazzi
Fin da quando sono stati introdotti ho sempre boicottato i test Invalsi: ho evitato di mandare mia figlia scuola in quei giorni perché ritengo che in una valutazione del genere non possa trovare spazio la sua espressione, la sua critica, la sua personalità. Cosa che invece ho sempre cercato di stimolare in Sofia e che vorrei facessero anche gli insegnanti e le scuole che ha frequentato e frequenterà. Gli Invalsi al contrario non sono altro che uno strumento nelle mani dello Stato per sfornare ragazzi e ragazze senza alcuna capacità di analisi della realtà, costretti solo a mettere qualche crocetta su un foglio senza farsi troppe domande. E io non lo posso tollerare.
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