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giovedì 22 maggio 2014

Il sabotaggio

Cinzia Dalle Pezze ha segnalato su Fb questo interessantissimo articolo tratto da "Le sabotage", Librairie Rivière, del 1911. Cinzia spiega che il periodo storico in cui fu scritto giustifica i termini "proletario-capitalista" che, a suo avviso, sono obsoleti e male rendono l'idea della complessità sociale odierna. «Ma lo posto», puntualizza, «perché rende bene il senso ed il perché di una "tecnica" di attivismo come il sabotaggio e spiega perché tale pratica non dovrebbe essere giudicata da una "morale" diversa da quella che lo produce e lo auspica». «Tutti noi cresciamo e viviamo assorbendo una morale che è quella della classe dominante, la respiriamo "con il latte materno", poi nella scuola e nei rapporti sociali: agire in modo diverso da questa morale significa andare contro quello che abbiamo tutti, oramai, introiettato come giusto. La questione, piuttosto, andrebbe analizzata in modo politico, e non in modo legale, magari negando "le cattive intenzioni" dove l'aggettivo "cattive" assume connotazioni opposte a seconda di chi va ad interpretarlo. Gli avvocati puntino pure (altro modo non hanno) sulla visione "innocentista" (è solo un generatore). Ma noi, al di fuori delle aule, non lasciamoci sviare da quest'etica contraffatta».