Sovvertire i valori costituiti attraverso la manipolazione e
l’esibizione del proprio corpo. Abolire la distanza tra artista e
pubblico facendo dell’arte un fondamento della comunicazione sociale,
uno specchio e un laboratorio dei cambiamenti in atto. Il pubblico non è
più considerato uno spettatore passivo, ma parte integrante dell’opera
stessa. È la Body Art, signori! Una rivoluzione culturale che fin dagli
anni Sessanta ha visto le donne grandi protagoniste con performance in
ogni parte del mondo rivendicate come scelta politica per la parità di
genere proprio negli anni cruciali del movimento femminista. Volutamente
effimere e legate al qui ed ora dell’accadimento, molte delle creazioni
di queste artiste hanno natura essenzialmente concettuale e sono
arrivate a noi attraverso riproduzioni in forma fotografica o filmica
oppure attraverso la conservazione di oggetti impiegati in occasione
delle azioni.
giovedì 31 marzo 2016
venerdì 18 marzo 2016
La contropittura di Pablo Echaurren
Ultimi giorni a disposizione per non perdere una bella mostra alla GNAM di Roma.
Artista nel senso di artefice e inventore a tutto campo (pittura, ceramica, illustrazione, fumetto, scrittura, video), indifferente agli steccati e alle gerarchie che solitamente tendono a comprimere la creatività, per oltre 45 anni ha prodotto opere mettendosi a “servizio” di diverse realtà e necessità, dall’industria pubblicitaria all’editoria, dai centri sociali al carcere. Lui è Pablo Echaurren e il filo rosso di tutta la sua attività va cercato nell’impegno politico che connota tutte le sue opere: dai “quadratini”, acquerelli e smalti di piccole dimensioni che riflettono i miti generazionali, alla famosa copertina del romanzo Porci con le ali (il diario sessuo-politico di due adolescenti scritto nel 1976 da Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera); dai collage legati all’esperienza dei cosiddetti Indiani metropolitani che nel 1977 si sono appropriati dei linguaggi estetici dell’avanguardia artistica per denunciare il mondo illusionistico dei media, alle illustrazioni per Lotta Continua dove fu chiamato a collaborare direttamente da Adriano Sofri.
Artista nel senso di artefice e inventore a tutto campo (pittura, ceramica, illustrazione, fumetto, scrittura, video), indifferente agli steccati e alle gerarchie che solitamente tendono a comprimere la creatività, per oltre 45 anni ha prodotto opere mettendosi a “servizio” di diverse realtà e necessità, dall’industria pubblicitaria all’editoria, dai centri sociali al carcere. Lui è Pablo Echaurren e il filo rosso di tutta la sua attività va cercato nell’impegno politico che connota tutte le sue opere: dai “quadratini”, acquerelli e smalti di piccole dimensioni che riflettono i miti generazionali, alla famosa copertina del romanzo Porci con le ali (il diario sessuo-politico di due adolescenti scritto nel 1976 da Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera); dai collage legati all’esperienza dei cosiddetti Indiani metropolitani che nel 1977 si sono appropriati dei linguaggi estetici dell’avanguardia artistica per denunciare il mondo illusionistico dei media, alle illustrazioni per Lotta Continua dove fu chiamato a collaborare direttamente da Adriano Sofri.
martedì 15 marzo 2016
Se l'educazione a scuola ha bisogno di badge e chiavistelli
La parola «educare» proviene dal latino «ex ducere» e significa «condurre fuori», ovvero aiutare qualcuno a dare il meglio di sé, a esprimere compiutamente se stesso. Per farlo, ovviamente, bisogna essere capaci: bisogna essere bravi educatori. La scuola pubblica italiana, purtroppo in caduta libera, sta dimostrando ancora una volta che di non essere in grado di educare i nostri ragazzi. Due notizie apparse in questi giorni sulla stampa lo confermano. A Milano, lo storico liceo il Parini ha detto “addio” all’appello all’inizio delle lezioni in favore del badge che gli studenti devono “strisciare” all’ingresso. Una macchina, insomma, controllerà presenze, ritardi e movimenti degli studenti che senza, d’ora in poi, non potranno più entrare a scuola.
lunedì 7 marzo 2016
David? No l'autoritratto di Michelangelo
Mi tocca riandare alla Galleria dell'Accademia a Firenze e guardare con nuovi occhi la meravigliosa statua realizzata nel 1504 da Michelangelo. Quell'uomo di quattro metri scolpito nel marmo bianco, ritenuto un emblema del Rinascimento, non rappresenta David, ma lo stesso Buonarroti all’età di 26 anni. Lo sostiene lo storico dell’arte Mauro Di Vito in un articolo pubblicato sul sito della Treccani, in cui afferma che «Michelangelo vuole autoritrarsi nel David, e farsi riconoscere, firmandolo col proprio corpo e col proprio strumento di lavoro».
mercoledì 2 marzo 2016
Jacob Tuggener, l'uomo che rese poesia l'altoforno
E' uno dei dieci più importanti fotografi industriali nel mondo, eppure in
Italia Jakob Tuggener (1904-1988) è conosciuto per lo più dagli addetti ai
lavori: il suo libro “Fabrik” uscito nel 1943 -
in cui ripercorre la storia dell’industrializzazione e illustra il potenziale
distruttivo del progresso tecnico indiscriminato il cui esito era la guerra in corso - è una pietra miliare nella storia dell'editoria
fotografica al pari di “Paris
de nuit” di
Brassaïs del 1933 e a “The
English at Home” di Bill
Brandt del 1936.
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