Caro Ciccio (il caro è ironico),
leggo con fastidio e disgusto le tue ultime affermazioni sulla libertà di espressione, parole che su tutti i giornali vengono sintetizzate nel seguente modo: “libertà sì, ma se offendi mia madre aspettati in pugno in faccia. Perché non si può provocare, insultare, ridicolizzare, la fede degli altri”.
Fastidio e disgusto che ti andrò ora a spiegare, ma prima una piccola premessa.
Credo infatti che madri e donne siano state nei secoli, e ancora lo sono oggi, offese umiliate uccise e sottomesse anche grazie al grosso contributo che la tua religione e i suoi praticanti hanno dato.
Per questo motivo, anche se credo fortemente che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli e viceversa, in queste mie poche righe cambierò la tua frase in “se offendi mio padre aspettati un pugno in faccia”.
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venerdì 16 gennaio 2015
sabato 5 luglio 2014
Il punto debole del maschio? Il culo
Sul sito anarcoqueer ho trovato questo opuscolo (che potete anche scaricare gratuitamente in Pdf) che riporta una conferenza nella quale il professor H-K. Schmurgle sostiene la tesi di un doppio orgasmo maschile. Al di la delle magnifiche tavole anatomiche inedite e da un manifesto che rivendica il riconoscimento di un campo più esteso di zone erogene nell’uomo, il testo dà modo di riflettere e quindi superare pregiudizi dai retaggi misogini/omofobi/transfobici legati ai ruoli di genere tradizionali. Non solo. Fa riflettere sul nostro linguaggio, che soprattutto nelle sue accezioni più offensive fa largo uso di epiteti sessisti e omofobi. Il traduttore porta numerosi esempi. “L’uomo (il maschio) è attivo per definizione: deve esserlo per forza. Tutto ciò che rimanda o allude alla passività (considerata un ruolo e un’attitudine femminile) va bandito. O viene usato per offendere. Nel parlato, “essere stati presi per il culo” è ammettere un’onta: tradotto alla lettera, vuol dire non essere riusciti ad evitare che qualcuno ci oltraggiasse sessualmente.
mercoledì 2 luglio 2014
Baby gang, quando la voglia di mazzate è tanta
di Dna
Ieri.
Sto portando al parco Margò. Passeggio tranquillo verso
l'area cani. La solita. Sto li che penso agli affari miei mentre Margò annusa
centimetro dopo centimetro il percorso che ci separa dalla sua area giochi.
Io uguale. Come lei osservo centimetro dopo centimetro il
percorso che faccio. Guardo le persone, le loro facce, i loro movimenti. E' più
forte di me. Nella vita guardarmi le spalle mi è servito: osservo attentamente
ogni situazione, ogni gruppo di persone, ogni minima stonatura nell'ambiente
che mi circonda, mi siedo sempre con le spalle al muro nei locali, controllo
l'ambiente, cerco di capire i pericoli e le possibili soluzioni.
Dov'è la bottiglia che posso usare, dove tiene i coltelli il barista, quello
che è entrato è mancino o destro? E' armato? E' allenato? E' un fascio? E' una
guardia? Dove sono le vie di fuga? E' solo o accompagnato? Che macchina ha? Che
targa ha? Dove abita? Malavita? Politica? Oppure semplicemente un idiota
sbruffone ubriaco?
lunedì 16 giugno 2014
L'avventura di un uomo in un mondo di maschi
Questo post non è farina del mio sacco, ma un bel "cut and paste" di uno scritto di Dario per il blog di Slavina "Malapecora". Si tratta di una serie di riflessioni attraverso esperienze personali di uno dei partecipanti al laboratorio di Slavina sulle nuove mascolinità che si è svolto durante il Ladyfest di Milano. Lo ripropongo qui perché Dario è il mio compagno, perché è l'avventura di un uomo in un mondo di maschi, perché il maschilismo ferisce e opprime tutti senza distinzione di genere.
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