di Dna
Ieri.
Sto portando al parco Margò. Passeggio tranquillo verso
l'area cani. La solita. Sto li che penso agli affari miei mentre Margò annusa
centimetro dopo centimetro il percorso che ci separa dalla sua area giochi.
Io uguale. Come lei osservo centimetro dopo centimetro il
percorso che faccio. Guardo le persone, le loro facce, i loro movimenti. E' più
forte di me. Nella vita guardarmi le spalle mi è servito: osservo attentamente
ogni situazione, ogni gruppo di persone, ogni minima stonatura nell'ambiente
che mi circonda, mi siedo sempre con le spalle al muro nei locali, controllo
l'ambiente, cerco di capire i pericoli e le possibili soluzioni.
Dov'è la bottiglia che posso usare, dove tiene i coltelli il barista, quello
che è entrato è mancino o destro? E' armato? E' allenato? E' un fascio? E' una
guardia? Dove sono le vie di fuga? E' solo o accompagnato? Che macchina ha? Che
targa ha? Dove abita? Malavita? Politica? Oppure semplicemente un idiota
sbruffone ubriaco?
