Oggi quei preziosissimi fogli sono ritornati nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie e l'emozione di vederli "dialogare" con l'opera finita è grande.
Un'emozione regalata ai visitatori dal Polo Museale Regionale della Lombardia che è riusciuto ad ottenere in prestito dalla Regina Elisabetta dieci disegni della collezione reale di Windsor e li ha esposti nel Museo del Cenacolo Vinciano in un allestimento "sussurrato" che fa pensare davvero ai fogli sparsi allorché il maestro lavorava sul ponteggio tra il 1494 e il 1498, rifletteva, correggeva e dipingeva.
La mostra "Leonardo da Vinci: prime idee per l'Ultima Cena" racconta il percorso creativo del genio del Rinascimento dagli abbozzi iniziali al capolavoro che oggi ammiriamo. Un primo nucleo raccoglie gli studi d' insieme, schizzi rapidi a penna nei quali studia la composizione nel suo complesso: ci troviamo di fronte documenti eccezionali perché dimostrano come Leonardo fosse partito da una concezione tradizionale della rappresentazione dell'ultima cena (con Giuda sul lato opposto degli apostoli) per arrivare poi alla sistemazione che vediamo con il "traditore" riconoscibile in mezzo agli altri solo per i sentimenti che esprimono il suo volto.
Gli altri disegni, per lo più a matita rossa o nera, si soffermano - con la sua grande capacità di osservazione - sui singoli dettagli e sui "moti dell'animo" in volti e gesti presi dal vero. Ecco allora lo stupore di Giacomo, il naso aquilino di Bartolomeo, le dita intrecciate di Giovanni, ma anche la mano sinistra di Tommaso e la mano sinistra di Bartolomeo tradizionalmente attributi dalla critica a Cesare da Sesto, assegnati qui al Cenacolo a Leonardo. E poi l'unico studio di drappeggio a oggi noto nel braccio piegato di Pietro che nel dipinto su muro impugnerà il coltello. In mostra pure il disegno di un piede destro con le linee per lo studio delle proporzioni: si tratta probabilmente del piede di Gesù Cristo, perduto nel dipinto a causa dell' apertura della porta sulla parete del Refettorio.
Di grande importanza storiografica l'emblema di Gian Galeazzo Maria Sforza che in un primo tempo il maestro Da Vinci aveva realizzato nella lunetta centrale: il disegno a penna d' inchiostro anticipa, quindi, l'inizio degli studi vinciani per il Cenacolo e assegna al nipote di Ludovico il Moro la prima committenza dell'opera.La mostra, accompagnata dal catalogo Skira, dà il via alle celebrazioni milanesi per i 500 anni della morte di Leonardo.
Si può visitare fino al 13 gennaio 2019 senza costo aggiuntivo al biglietto per la visita al Cenacolo.
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