Urs Fisher |
Nelle incredibili architetture di quello che un tempo era uno dei magazzini del porto monumentale di Venezia, con le sue carpiate in legno, i muri di mattoni a vista e gli scorci meravigliosi della laguna, trovano spazio 116 opere della collezione Pinault e una trentina del museo Folkwang di Essen in Germania che indagano l'importanza primordiale della rappresentazione di sé nella produzione artistica dagli anni Trenta ad oggi e del ruolo dell' artista come protagonista e come oggetto stesso dell' opera d' arte. Attraverso un' ampia varietà di pratiche e linguaggi (fotografie, video, pittura, scultura, installazioni), di culture e provenienza, di generazione ed esperienze, la mostra mette in luce il contrasto tra le attitudini differenti dei 32 artisti selezionati: la melanconia e la vanità, il gioco ironico dell' identità e l' autobiografia politica, la riflessione esistenziale e il corpo come scultura, effige o frammento e la sua rappresentazione simbolica.
Alighiero&Boetti |
Cindy Sherman |
Ampio spazio è dato a Cindy Sherman. Una sorta di retrospettiva con foto che vanno degli anni '70 agli anni Duemila in cui ritrae se stessa in un gran numero dei più svariati ruoli femminili. E così diventa di volta in volta studentessa frivola, diva del cinema, casalinga o pagliaccio: esagerando le immagini stereotipate delle donne e la loro apparente intercambiabilità, la Sherman suggerisce come qualsiasi identità sia un artificio.
Poi c'è il nucleo di opere di Gilbert&George, la coppia di artisti che hanno elevato a arte ogni attimo della loro esistenza pensando le loro creazioni come grandi poemi visuali che decifrano, non senza umorismo, la condizione umana. A loro è dedicata anche la scultura di Maurizio Cattelan We che ricostruisce tridimensionalmente una foto di Gilbert&George che li vede sdraiati nel letto del poeta spagnolo Lorca. Sostituendo il proprio viso di cera a quello dei due artisti Cattelan opera uno sdoppiamento della propria effige. In un certo senso Gilbert&George sono diventati Maurizio&Cattelan così come Alighiero&Boetti.
Maurizio&Cattelan "We" |
La mostra riesce anche a mettere insieme presente e passato. Damien Hirst, ad esempio, è presente con un autoritratto proveniente dal suo recente "tesoro del mondo sommerso" (esposto l'anno scorso a Punta della Dogana) e un "selfie" di lui 16enne, sorridente accanto a una testa decapitata: era il 1991 e lui lavorava in obitorio. E poi ci sono - tra gli altri - Giulio Paolini, Nan Goldin, Rudolf Stingel, il surrealista Claude Cahun che alla fine degli anni Venti giocava con i ruoli e le maschere anticipando gli artisti post moderni, Steve McQuenn e Charles Ray: ognuno ci induce a riflettere sul fatto che solo partendo da noi e dalla considerazione che abbiamo di noi stessi che possiamo arrivare a giudicare il mondo esterno. La mostra si potrà visitare fino al 16 dicembre.
Claude Cahun "Autoritratto" 1929 |
Gilbert&George |
Damien Hirst "Selfie" 1991 |
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