«5Pointz è andato. Dipinto di bianco durante la notte e noi per poco non venivamo arrestati». Così il collettivo che autogestiva la più grande esposizioni al mondo di graffiti art ha comunicato via Twitter la fine del progetto che era punto di riferimento globale per gli artisti di strada. 5Pointz è stato riverniciato di bianco prima di demolire il complesso del Queens per costruirci grattacieli di lusso.
Qualche settimana fa 5Pointz aveva avuto un inatteso quanto sperato aiuto da Banksy: il 31 ottobre aveva concluso un mese di "residenza" nella Grande Mela con una installazione di lettere gonfiabili posizionata sulla Long Island Expressway, lungo la strada dell'aeroporto Kennedy e a meno di quattro chilometri dal sito minacciato dalle ruspe. "Grazie per la vostra pazienza. E' stato divertente. Salvate 5Pointz. Ciao", era stato il saluto che ha accompagnato l'ultima "opera" di Bansky. Il responsabile di questa “galleria”, Jonathan Cohen, conosciuto anche
come Meres One, aveva provato recentemente a fare un ricorso, ma la
scorsa settimana erano suonate le campane a morto: il Consiglio Comunale di New York ha dato luce verde al progetto immobiliare il progetto dei fratelli Wolkoff che entro l'anno raderà al suolo l'avamposto autogestito di Queens per costruire due torri di decine di piani collegate al quinto da un giardino pensile. Piscina, una palestra di mille metri quadri, party room, galleria d'arte e un parcheggio per 200 posti auto. E l'arte? Distrutta nel nome del profitto: dei 350 graffiti colorati dal 1993 non rimangono le foto. «Oggi è stato commesso da Jerry Wolkoff il più grave crimine contro l’arte.. Il genocidio di 5 Pointz».
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