mercoledì 20 novembre 2013

#PachaMama resiste: assemblea il 23 novembre

Pacha Mama non è solo un casale a tre piani, due manufatti e una bellissima campagna circostante. Pacha Mama è un progetto di accesso alla terra, lavoro, diritto alla casa e integrazione. Occupato durante l’ondata di occupazioni romane iniziata lo scorso dicembre con lo Tzunami Tour dei movimenti per il diritto all’abitare, Pacha Mama a ottobre si è visto staccare l'acqua e la luce da diversi poliziotti in borghese inviati dalla Prefettura di Roma, insieme ad alcuni operai dell’Acea che hanno eseguito lo sporco lavoro. Ma questo non ha fatto demordere gli occupanti che hanno ben chiaro e hanno già cominciato a realizzare il progetto che va al di là del mero scopo abitativo.
Sì, ci abiteranno 15 nuclei familiari, ma ci sarà anche una trattoria biologica con i prodotti degli orti urbani antistanti al perimetro del casale che verranno coltivati dagli occupanti. Ma non solo. Pacha Mama vuole infatti essere uno strumento concreto per gli abitanti della zona di auto produrre una parte del cibo necessario al fabbisogno alimentare, abbassare i costi e difendere l’agro romano sperimentando pratiche di condivisione. All’interno del casale si punta anche a realizzare alloggi per accogliere minori e donne in difficoltà, una bottega artigianale, una falegnameria ed un laboratorio di arti grafiche. Nell’occupazione ci sono già 5 famiglie Rom che provengono dal campo nomadi sgomberato di Tor de Cenci.
Affinchè questo bel sogno naufraghi sugli scogli della burocrazia e del menefreghismo, il 23 novembre prossimo il comitato di gestione di Pacha Mama ha indetto un'assemblea pubblica presso la scuola elementare “Papillo” di via Alberto Moravia 401. A partire dalle 11 si discuterà del futuro del Casale. Ma non è solo questo il punto focale della situazione. "Non riduciamo tutto alle, sia pure fondamentali, sorti del Pacha Mama; questo è l’errore che ci vogliono far commettere", puntualizza il comitato di gestione. "Il discorso che si cela dietro al dibattito sul casale Pacha Mama è ben più ampio. Non si sta parlando solo delle mura in rovina e della terra da ridare alla sua normale produzione, o di una decrescita felice da questo sistema di crisi strutturale e senza futuro, che pur sono la colonna principale del progetto che il comitato di gestione vuole attivare in questo manufatto abbandonato da più di trent’anni". "In questa assemblea", continuano, "si toccherà il punto fondamentale, l'amministrazione dovrà decidere tra l'interesse di pochi, CdQ Eur Papillo con i costruttori, e l'interesse di chi come noi vuole affermare il concetto di bene comune/patrimonio pubblico. Il 23 novembre alla presenza del Vicesindaco/Assessore al Patrimonio del Presidente del IX Municipio sarà un’occasione unica per tutti coloro che intendono riappropriarsi del patrimonio pubblico come bene comune con l'obiettivo di costituire un modello ripetibile, capace di soddisfare bisogni e diritti negati da una politica sempre succube agli interessi economici di pochi, e sempre gli stessi ( Scarpellini, Parnasi, Bonifaci, Caltagirone, ecc.). Per questi motivi dobbiamo partecipare tutti, è un atto di giustizia sociale e ambientale, di legittima illegalità e più siamo a farglielo capire più sarà facile cambiare veramente la situazione".

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