Il sonnambulismo appare fra i fenomeni più misteriosi e affascinanti della psiconeurologia. Statistiche recenti dicono che colpisce almeno una volta nella vita un bambino su tre, con un picco attorno ai 12 anni, mentre negli adulti l’incidenza è attorno all’1%. C’è chi cammina, c’è chi fa sesso o si spoglia, c’è chi parla o gesticola. E poi c’è chi crea. Come Lee Hadwin che nello stato incosciente del sonno è in grado di ritrarre paesaggi, volti, strane figure antropomorfe e forme astratte, senza però possedere alcun tipo di talento artistico da sveglio. Insomma due vite: una diurna dove non sa neanche tenere una matita in mano e una notturna, in cui tira fuori un'abilità nascosta che nessuno sospetta, nemmeno lui stesso. Come per tutti i sonnambuli, i suoi sono episodi incontrollabili: possono manifestarsi più di una volta a settimana, oppure restare silenti per mesi, il che l’ha reso un interessante caso di studi per l’Edinburgh Sleep Center, che approfondisce l’attività cerebrale durante il riposo.
sabato 17 agosto 2019
venerdì 9 agosto 2019
Ozmo porta il Ratto delle Sabine in Tribunale
Nell'Oratorio della chiesa di San Pietro Martire a Rieti è conservato uno straordinario affresco realizzato tra il 1552 ed il 1554 da due pittori veronesi, i fratelli Bartolomeo e Lorenzo Torresani. Vennero chiamati dai frati domenicani a dipingere su una parete il Giudizio Universale: i due compirono un'impresa notevole ricorrendo ai più grandi modelli iconografici, pur senza rinunciare alla loro originalità interpretativa.
Il ratto delle Sabine è invece una fra le vicende più antiche della storia di Roma, avvolta dalla leggenda. Secondo la tradizione, Romolo, dopo aver fondato Roma, si rivolse alle popolazioni vicine per stringere alleanze e ottenere delle donne con cui procreare e popolare la nuova città. Al rifiuto dei Sabini, gli antichi abitanti di Rieti, rispose con l'inganno: organizzò un grande spettacolo per attirare gli abitanti della regione e rapire così indisturbato le loro donne.
Al Giudizio Universale dei Torresani e alla storia del ratto delle Sabine si ispira il bellissimo murale che compare sul Palazzo di Giustizia di Rieti firmato da Gionata Gesi, in arte Ozmo. Si chiama Al suono delle trombe ed è a tutti gli effetti il primo intervento di street art sulla facciata di un tribunale italiano e, vuoi per l'inedita committenza che per le dimensioni (16 metri per 10 metri) e il significato dell'opera, è destinato a fare storia.
Il ratto delle Sabine è invece una fra le vicende più antiche della storia di Roma, avvolta dalla leggenda. Secondo la tradizione, Romolo, dopo aver fondato Roma, si rivolse alle popolazioni vicine per stringere alleanze e ottenere delle donne con cui procreare e popolare la nuova città. Al rifiuto dei Sabini, gli antichi abitanti di Rieti, rispose con l'inganno: organizzò un grande spettacolo per attirare gli abitanti della regione e rapire così indisturbato le loro donne.
Al Giudizio Universale dei Torresani e alla storia del ratto delle Sabine si ispira il bellissimo murale che compare sul Palazzo di Giustizia di Rieti firmato da Gionata Gesi, in arte Ozmo. Si chiama Al suono delle trombe ed è a tutti gli effetti il primo intervento di street art sulla facciata di un tribunale italiano e, vuoi per l'inedita committenza che per le dimensioni (16 metri per 10 metri) e il significato dell'opera, è destinato a fare storia.
giovedì 8 agosto 2019
Così ti svecchio le perle. I gielli hi-tech di Lucilla Benchimol
«Le perle non sono assolutamente negoziabili», rispose senza possibilità di replica Margaret Thatcher a chi, nel Partito Conservatore inglese, le voleva imporre un nuovo look in vista della candidatura a Primo Ministro. E così quando la mattina del 4 maggio 1979 i riflettori dei cameramen e i flash dei fotografi provenienti da tutto il mondo la immortalarono per la prima volta davanti la residenza in Downing Street numero 10 al centro di Londra, fresca di nomina, la futura Lady di Ferro indossava un vestito e una giacca neri e bianchi di Donegal e al collo un giro di perle.
Lei, come lei tantissime donne di oggi e del passato, non poteva rinunciare a quel tesoro donato dal mare all’umanità. Da Cleopatra a Margherita di Savoia, considerata la “regina delle perle” da Grace di Monaco a Jacqueline Kennedy Onassis, da Audrey Hepburn a Marilyn Monroe, fino a Coco Chanel, che sosteneva che una donna ha bisogno di fili e fili: tutte hanno legato il loro stile a quelle sfere iridescenti che tramandano storie e leggende.
Simbolo di eleganza, le perle sono infatti gioielli senza tempo, da portare in qualsiasi occasione, che stanno bene al collo di signore e giovanissime. Che ora hanno anche la possibilità di indossarle in maniera contemporanea.
Lei, come lei tantissime donne di oggi e del passato, non poteva rinunciare a quel tesoro donato dal mare all’umanità. Da Cleopatra a Margherita di Savoia, considerata la “regina delle perle” da Grace di Monaco a Jacqueline Kennedy Onassis, da Audrey Hepburn a Marilyn Monroe, fino a Coco Chanel, che sosteneva che una donna ha bisogno di fili e fili: tutte hanno legato il loro stile a quelle sfere iridescenti che tramandano storie e leggende.
Simbolo di eleganza, le perle sono infatti gioielli senza tempo, da portare in qualsiasi occasione, che stanno bene al collo di signore e giovanissime. Che ora hanno anche la possibilità di indossarle in maniera contemporanea.
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