Il sonnambulismo appare fra i fenomeni più misteriosi e affascinanti della psiconeurologia. Statistiche recenti dicono che colpisce almeno una volta nella vita un bambino su tre, con un picco attorno ai 12 anni, mentre negli adulti l’incidenza è attorno all’1%. C’è chi cammina, c’è chi fa sesso o si spoglia, c’è chi parla o gesticola. E poi c’è chi crea. Come Lee Hadwin che nello stato incosciente del sonno è in grado di ritrarre paesaggi, volti, strane figure antropomorfe e forme astratte, senza però possedere alcun tipo di talento artistico da sveglio. Insomma due vite: una diurna dove non sa neanche tenere una matita in mano e una notturna, in cui tira fuori un'abilità nascosta che nessuno sospetta, nemmeno lui stesso. Come per tutti i sonnambuli, i suoi sono episodi incontrollabili: possono manifestarsi più di una volta a settimana, oppure restare silenti per mesi, il che l’ha reso un interessante caso di studi per l’Edinburgh Sleep Center, che approfondisce l’attività cerebrale durante il riposo.
Come ha raccontato in una intervista rilasciata all’Huffington Post, tutto ebbe inizio inizio all’età di 4 anni, quando le prime “opere” realizzate consistevano semplicemente in scarabocchi disegnati inconsciamente sui muri della stanza, sul pavimento e sui quaderni di scuola. In seguito i genitori lo hanno sottoposto a varie visite mediche; ma nulla di anomalo, doveva essere solo una temporanea forma di sonnambulismo. E invece a 15 anni tutto è cambiato: un bel mattino Lee si è svegliato scoprendo di aver realizzato tre incredibili piccoli ritratti di Marilyn Monroe. La fase non era passeggera e Hadwin ha preso coscienza che dentro di lui c’era un artista che riusciva ad uscire solo di notte.
Soprannominato “sleepwalking artist” (artista sonnambulo), Lee Hadwin è diventato un vero fenomeno del mondo dell’arte. Ha venduto le sue opere ai più importanti collezionisti e alcune sono anche state musealizzate. «Tutto è iniziato da una prima piccola mostra nella biblioteca della mia città natale, Henllan, nel Denbigshire (Galles), i cui proventi sono stati devoluti a un centro oncologico. Era il 2007», ha ricordato l’artista. «In quell’occasione la stampa locale ha scritto un breve pezzo sulla mia arte e per caso una troupe cinematografica dalla Corea del Nord ha ripreso la storia e ha deciso di realizzare un documentario su di me. Dopo pochi giorni, il Sun ha deciso di intervistarmi e da allora la mia vita è cambiata».
Ora Hadwin sta esponendo in Australia. Curata da Mark Feary in collaborazione dalla Gertrude Contemporary e del Festival di Melbourne, è infatti in corso al Murray Art Museum Albury la mostra "Zzzzz: Sleep, Somnambulism, Madness" che riunisce opere d’arte che esplorano il regno del sonno, del subconscio, del sogno, delirio e degli stati alterati in un mondo troppo impegnato per riposare. Invece di considerare il sonno come un momento di affaticamento, debolezza o vulnerabilità, questa raccolta di opere riflette sulla relazione tra il nostro essere fisico, i nostri processi mentali, la coscienza e il subconscio. A volte serena e tenera, e altre profondamente inquietante, la mostra mette in luce il modo in cui gli artisti cercano di dare un senso al processo del sogno, ai suoi misteri, alle sue potenzialità e alla sua funzione vitale nell’aiutarci a formare ricordi e dare un senso al mondo. Tra le opere esposte c’è anche una selezione di «disegni del sonno» di Hadwin. Alcuni sono intricati come l’inferno, altri sono semplici scarabocchi, tutti manifestano l’abilità del gallese.
«Non ho mai pensato a una vera e propria evoluzione fino al 2015, quando mi trovai a una mia mostra a Londra e vidi le mie opere riordinate in categorie e ordine cronologico», ammette Hadwin. «Solo allora ho notato le diverse influenze che si sono succedute nel tempo e come sono cambiati i miei disegni». Per coloro che non credono alla sua storia, vale la pena ricordare che è stato filmato numerose volte mentre faceva arte in stato di incoscienza. E in tutti i casi i medici hanno sentenziato che si trattava di sonnambulismo. Artistico.
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