giovedì 8 agosto 2019

Così ti svecchio le perle. I gielli hi-tech di Lucilla Benchimol

«Le perle non sono assolutamente negoziabili», rispose senza possibilità di replica Margaret Thatcher a chi, nel Partito Conservatore inglese, le voleva imporre un nuovo look in vista della candidatura a Primo Ministro. E così quando la mattina del 4 maggio 1979 i riflettori dei cameramen e i flash dei fotografi provenienti da tutto il mondo la immortalarono per la prima volta davanti la residenza in Downing Street numero 10 al centro di Londra, fresca di nomina, la futura Lady di Ferro indossava un vestito e una giacca neri e bianchi di Donegal e al collo un giro di perle.
Lei, come lei tantissime donne di oggi e del passato, non poteva rinunciare a quel tesoro donato dal mare all’umanità. Da Cleopatra a Margherita di Savoia, considerata la “regina delle perle” da Grace di Monaco a Jacqueline Kennedy Onassis, da Audrey Hepburn a Marilyn Monroe, fino a Coco Chanel, che sosteneva che una donna ha bisogno di fili e fili: tutte hanno legato il loro stile a quelle sfere iridescenti che tramandano storie e leggende.
Simbolo di eleganza, le perle sono infatti gioielli senza tempo, da portare in qualsiasi occasione, che stanno bene al collo di signore e giovanissime. Che ora hanno anche la possibilità di indossarle in maniera contemporanea.

Lucilla Benchimol ha appena presentato il suo marchio “Luci Design Jewels” proponendole in una nuova veste che le rende leggere, uniche e soprattutto high tech.
Ecco allora la collezione “Perlanuda” nella quale anelli, braccialetti e collane sono realizzati con fili in nylon, cavi intrecciati in argento o in acciaio e una sola preziosa perla: quella giapponese Akoya, quella barocca e quella classica. Del resto la Benchimol è una che di perle se ne intende: la sua famiglia materna è importatrice storica di perle del Giappone; il suo bisnonno fu uno dei primi a farle arrivare a Torre del Greco, e fin da bambina le ha maneggiate ascoltando racconti e guardando le foto di quegli incredibili viaggi nella Terra del Sol Levante. Ma dalla famiglia, la designer di gioielli - che è soprattutto una architetto che si muove con disinvoltura tra disegno, geometria descrittiva, storia dell’arte e progettazione - ha imparato anche l’arte dei cammei e della lavorazione del corallo. D’altronde l’arte dell’incisione ai piedi del Vesuvio risale all’epoca romana e gli splendidi oggetti pervenuti fino a noi testimoniano l’abilità del creare la bellezza nel tempo. I gioielli in corallo e cammeo su conchiglia che si realizza solo a Torre del Greco sono amati in tutto il mondo per la loro unicità, per la capacità di rinnovarsi secondo il gusto e lo stile delle diverse epoche rimanendo fedeli a sé stessi in una caratteristica: l’unicità che deriva dalla lavorazione artigianale, il “fatto a mano”.
Il procedimento non è affatto semplice: si creano dei bassorilievi sfruttando i due strati di colori diversi che le conchiglie hanno. Incidendole si ottiene un disegno in rilievo sfruttando i loro colori naturali. Lo strato in superficie è bianco, mentre quello sotto scuro. Lucilla Benchimol ha modernizzato anche loro. Ai soggetti classici con fiori e ritratti, pezzi in stile “art nouveau” ha aggiunto teschi, cuori ed ex voto. Il tutto montato su supporti in resina trasparente “Accura Clear Vue” stampata in 3D che “svecchia” il gioiello impreziosendolo con una contemporaneità assoluta.
Lo stesso vale per i coralli e i turchesi. La designer li propone nella collezione “Seacolor” come choker, ovvero le collane girocollo che hanno spopolato negli anni '90 tornate prepotentemente di moda quest’estate, che all’occasione si possono trasformare in un bracciale con doppio giro. Ci sono di corallo rosa, di corallo rosso, di turchese e, ovviamente, di perle. Candide, perfette nella loro unicità, eleganti: pare che anche Venere non ne potesse fare a meno, e che anzi fosse nata dalla spuma del mare completamente nuda, ma con un filo di perle attorno al collo.




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