martedì 2 luglio 2019

AAA cercasi direttore museo che lavori gratis tre anni #senigallia


L’esercito degli storici dell’arte, degli archeologi e degli archivisti, dei restauratori o delle guide turistiche di professione continua ad ingrossare le sue fila per la gioia di amministratori senza scrupoli che hanno un solo obiettivo: sfruttare. Del resto studiosi iper-formati, precari e senza tutele, se vogliono lavorare nel loro campo, devono rispondere ai bandi ministeriali che cercano volontari o stagisti con rimborso da 433 euro al mese. E poi? La ruota gira e si ricomincia a correre. Gratis, alla ricerca del prossimo bando. Come quello che ha pubblicato il Comune di Senigallia che cerca addirittura un ruolo di primo piano e di alto profilo come quello il direttore del Musinf, il museo d’Arte Moderna e dell’Informazione e della Fotografia.
 «L’incarico avrà la durata di tre anni e sarà svolto a titolo completamente gratuito e senza alcun onere economico a carico del Comune di Senigallia. Il termine entro il quale potranno essere presentate le candidature è il 10 luglio», si legge nell’avviso pubblico diramato dall’amministrazione della città marchigiana. Ovviamente il candidato deve essere laureato, competente, garantire compiti di fundraiser, di monitoraggio dei servizi e delle presenze. 

Tanto è bastato per riaccendere le polemiche sullo “sfruttamento” dei lavoratori della cultura. «Riteniamo inconcepibile la diffusione di simili bandi che offrono lavoro gratuito, sviliscono e ledono la dignità dei professionisti dei beni culturali. Inoltre, risulta profondamente immorale che tale richiesta parta da un’amministrazione pubblica. Per tali motivi ne chiediamo l’immediato ritiro, ha ribattuto il collettivo “Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali” nato alla fine del 2015 dalla volontà di un gruppo di professionisti e aspiranti tali del mondo dei beni culturali (studenti e laureati, lavoratori e in cerca di occupazione) che oltre a denunciare gli abusi tentano di cambiare la realtà lavorativa del settore. Sulla loro pagina Facebook denunciano l’uso di forza-lavoro non pagata nell’esercizio di competenze specifiche, in sostituzione del personale insufficiente.
Da parte sua il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi non intende arretrare di un millimetro. «Non ci si può scandalizzare per una cosa del genere», risponde dal sito Viveresenigallia.it. «Nel nostro ente esistono tanti altri ruoli apicali legati alla cultura che prestano la propria opera in modo totalmente gratuito. Penso al direttore del Museo della Mezzadria o a quello della Luas, la libera università della terza età». «Il direttore del Musinf non ha mai percepito un solo euro», ci tiene a sottolineare. «Per 22 anni è stato guidato dal prof. Carlo Bugatti, che ha sempre operato a titolo gratuito. Purtroppo il professor Bugatti è recentemente e improvvisamente scomparso. Questa grande perdita non ci ha dato la possibilità di organizzarci. Il bilancio in questo momento non può essere toccato e il Comune non può procedere con assunzioni. Di qui la scelta di continuare con una direzione del Musinf a titolo gratuito, situazione che per altro sarà transitoria e non definitiva». Il primo cittadino si dice “sorpreso” per il clamore suscitato dal bando emesso: «Mi preoccuperei se venissi accusato di sperperare i soldi pubblici, non di fare risparmiare denaro alla collettività francamente ritengo davvero sterile la polemica legata alla gratuità della prestazione».
Del resto non è né il primo né l’ultimo a fare questo genere di proposte. Lo scorso febbraio il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato un bando della terza direzione del dipartimento del Tesoro che era alla ricerca di consulenti esperti in materia di diritto bancario, societario e dei mercati finanziari. Ovviamente «a titolo gratuito». E ancora prima era stata la volta del Viminale. A marzo 2016 il ministero dell’Interno cercava giornalisti professionisti per curare i rapporti con la stampa nazionale e internazionale sul tema dell'immigrazione. Era richiesta una esperienza nella comunicazione istituzionale di almeno 3 anni e la disponibilità a lavoraresenza compenso. Pagare per lavorare gratis, in nome dell’arte, è invece la richiesta, nel 2016, del Ministero dei Beni Culturali in occasione dell’iniziativa, #VenerdìalMuseo, la versione estiva delle Notti dei Musei. In tanti hanno scaricato l’apposito avviso pubblico pronti a candidarsi. Ma hanno scoperto che la loro attività sarebbe stata «a titolo gratuito in favore del ministero», e che dovevano dotarsi di una «polizza assicurativa di responsabilità civile per danni», oltre all’accollo di tutte le onerose spese Siae. E, sì, perchè lavorare in Italia nella cultura costa.

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