giovedì 13 aprile 2017

Il Leone d'oro della 57a Biennale alla femminista Carolee Schneemann

"Interior Scroll" 1975
Carolee Schneemann è una delle figure più importanti nell’ambito dello sviluppo della Performance e Body Art. Conosciuta per il suo lavoro sulla sessualità, ha utilizzato il proprio corpo come materia principale della propria arte che si caratterizza per la ricerca nella tradizione visiva riguardante i taboo e il corpo dell'individuo in relazione con i corpi sociali. A lei verrà assegnato il Leone d’Oro alla Carriera della 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia – VIVA ARTE VIVA. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta della curatrice della 57ma Biennale, Christine Macel. «Carolee Schneeman è una delle figure più importanti nell’ambito dello sviluppo della Performance e Body Art. È una pioniera della performance femminista dei primi anni ’60 e ha utilizzato il proprio corpo come materia principale della propria arte. Così facendo l’artista concepisce la donna sia come creatrice sia come parte attiva della creazione stessa», ha motivato la scelta Christine Macel.
L’approccio sensuale e sfrontato le è valso decenni di affronti ideologici e difficoltà commerciale,  ma è stata, e continua ad essere, fonte d’ispirazione per intere generazioni di artisti che lavorano ai limiti di territori inesplorati per tecnica e contenuti.  Ammirata da Andy Warhol, Yoko Ono, Marina Abramovic, Schneemann prosegue il suo percorso artistico tra l’opposizione della critica e il rispetto dei colleghi. 

Nata a Fox Chase in Pennsylvania nel 1939, Schneeman vive e lavora nella Hudson Valley, New York. Tra le sue opere meritano che meritano un posto d'onore nella storia dell'arte contemporanea c'è Fuses (1964-1967): un film-collage che ritrae l’artista mentre fa sesso con il compagno, a glorificazione e celebrazione di una quotidianità emancipata. Accolta con grande ostilità e clamore, la pellicola le varrà – anni dopo – un premio a Cannes. E ancora "Meat Joy", del 1964, che la impone all’attenzione dei media internazionali – in negativo. La performance, presentata a Parigi, Londra e New York, e descritta dall’artista come un “estatico rituale collettivo” tra danze, semi-nudità e carne animale, ha suscitato - manco a dirlo -  l’indignazione di stampa e pubblico. Nel 1965 fa invece uscire Viet Flakes, un coraggioso collage di denuncia sulle atrocità della guerra in Vietnam.
Negli anni ’70, l’avvento del femminismo le assicura un posto al centro del dibattito culturale, ma la sua opera d’avanguardia rimane spesso incompresa e ingiustamente etichettata come oscena e offensiva. Nel 1975 sfonda i cancelli del mondo della storia dell’arte con la performance "Interior Scroll", in cui recita nuda un copione sfilato dalla propria vagina.
«In opposizione alla tradizionale rappresentazione delle donne come semplici oggetti nudi», ha puntualizzato la curatrice di VIVA ARTE VIVA Christine Macel, «Schneemann ha utilizzato il corpo nudo come forza primitiva e arcaica in grado di unificare le energie. Il suo stile è diretto, sessuale, liberatorio e autobiografico. L’artista promuove l’importanza del piacere sensuale femminile ed esamina le possibilità di emancipazione politica e personale dalle convenzioni sociali ed estetiche predominanti. Attraverso l’esplorazione di una vasta gamma di mezzi espressivi come la pittura, il cinema, la video arte e la performance, Schneemann riscrive una personale storia dell’arte, rifiutando l’idea di una storia narrata esclusivamente dal punto di vista maschile».
Il riconoscimento a Carolee Schneemann sarà consegnato sabato 13 maggio 2017 a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia, nel corso della cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Arte 2017, che aprirà al pubblico nello stesso giorno alle ore 10.

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