Casanova (Milo Manara) |
L’ironia del testo si intuisce già nella dedica indirizzata a una non ben identificata principessa da parte di un “licantropo“, animale fantastico i cui comportamenti vengono regolati dalle fasi lunari. Nel libro Casanova si fa beffe dei due medici ridicoli che proclamanano sciocchezze con la massima serietà. Il più involontariamente comico risulta essere il «medico antivaginale» Zecchini, che chiama l’utero «pensatore», non perché gli attribuisca già la facoltà di pensare, ma perché delle donne «egli è l’assoluto padrone». È il ragionamento del medico a essere isterico, rintuzza Casanova, è evidente. E il seduttore si chiede, candidamente, se, ammesso che il pensiero non risieda nell’anima ma nel corpo, perché, a questo punto, il principio non debba applicarsi tanto agli uomini quanto alle donne. E, in verità, si spinge ancora oltre, e, tra una battuta e uno strale, parla dell’educazione e della condizione della donna. Il veneziano cita Laclos che nel suo libro "I legami pericolosi" sostiene che le donne dovevano farsi una loro rivoluzione; e Diderot autore del romanzo "I gioielli indiscreti", in cui le vulve, penetrate da un anello magico, acquisiscono la parola, e hanno molto da raccontare. Lo stesso Diderot sosteneva che il modo in cui si trattano le donne è il termometro della civiltà di un Paese). Il libro di Casanova (ripubblicato nel 2014 dalla casa editrice Elliot) è divertente e sorprendente. Non c’è traccia di arroganza, presunzione o supponenza in quello che scrive, ma solo voglia di divertire e di difendere il genere femminile dalla stupidità dei due malcapitati medici.
Riguardo alla mostra di libri antichi vale la pena visitarla: a disposizione di collezionisti, esperti bibliofili, appassionati della carta stampata, ma anche semplici curiosi, c'è un'ampia scelta di manoscritti antichi e straordinari libri miniati, pregiati incunaboli, stampe e documenti rari, introvabili prime edizioni e molte altre meraviglie provenienti dal passato.
Come l'«Intermezzo quasi giapponese», un fascicoletto dattiloscritto datato 1927, con alcuni componimenti haiku di Umberto Saba (Drogheria 28 Libreria Antiquaria) e l'introvabile libro illustrato, tra i più belli del Seicento stampati in Italia, in cui Francesco Ferdinando Alfieri descrive l'uso della picca associata alla spada e il gioco della bandiera con 40 illustrazioni a piena pagina incise su rame (Ex Libris). Per gli appassionati di arte c'è «Kogei no bi» (La bellezza dell'artigianato) realizzato nel 1908 dal pittore e designer Furuya Korin con 75 tavole xilografiche raffiguranti modelli per vasi, oggetti in lacca, scatole e vassoi decorati in uno stile ispirato alla scuola tradizionale Rimpa e all’Art Nouveau europea(Lella e Gianni Morra Stampe e Libri Giapponesi) e "Une Semaine de Bonté ou Les Sept Eléments Capitaux" (1934), il terzo dei romanzi per immagini di Max Ernst, con 9 disegni dell' artista, in cui la storia è raccontata da 173 collages con didascalia, idea che Ernst aveva mutuato dalla serialità dei romanzi neri popolari (Libreria Antiquaria Freddi).
Insomma un vero e proprio patrimonio su carta che, scandagliando le più diverse tematiche umanistiche e scientifiche, accompagnerà i visitatori in un viaggio costituito da innumerevoli narrazioni ricche di cultura e bellezza.
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