venerdì 3 marzo 2017

Il Rinascimento elettronico di Bill Viola

Entrare in un ambiente ed essere investiti da immagini in movimento, suoni, luci e colori; sentire il cuore che accelera, provare emozioni che producono turbamento o stupore, veder affiorare ricordi e scoprire nuovi punti di vista. È la videoarte, signori: l’opera esce dagli schemi tradizionali e diventa situazione, azione, ricerca di nuovi e diversi processi della comunicazione estetica relazionandosi con il cinema, con la musica, con la scultura o la pittura o l’ambientazione.  Maestro di questo linguaggio artistico è Bill Viola che da oltre trenta anni con l’uso delle tecnologie più avanzate crea videoinstallazioni architettoniche, ambienti totali che avvolgono la visione nell’immagine e nel suono. Reinterpretando anche capolavori presi in prestito dalla storia dell’arte, le sue opere sono meditazioni sull’essere umano, sulla barriera illusoria che separa la nascita dalla morte.

A lui è dedicata la mostra che inaugurerà il prossimo 10 marzo a Firenze. In modo totalmente inedito, nella cornice di Palazzo Strozzi, saranno presentate opere che ripercorrono la sua carriera segnata dall’unione tra ricerca tecnologica e riflessione estetica, dalle prime sperimentazioni con il video negli anni Settanta fino alle grandi installazioni degli anni duemila che catturano l’attenzione del pubblico con forti esperienze sensoriali. Ma l’importanza della rassegna Bill Viola. Rinascimento Elettronico - a cura di Arturo Galansino (direttore generale, Fondazione Palazzo Strozzi) e Kira Perov (direttore esecutivo, Bill Viola Studio) - sta soprattutto nello straordinario dialogo tra antico e contemporaneo: le opere di Viola vengono messe a confronto con i capolavori dei grandi maestri del passato, fonte di ispirazione per l’artista americano e che ne hanno segnato l’evoluzione del linguaggio. Ecco allora Emergence, commissionata dal Getty Museum nel 2002 e parte della serie The Passions, due donne vegliano ai lati di un pozzo. La più giovane si gira verso il sacello da cui compare prima la testa e poi il corpo, pallidissimo, di un giovane che, sollevandosi, fa traboccare l’acqua. Anche l’anziana si volta e assiste all’emersione dell’uomo che, affiorato interamente, cadrebbe se non fosse sostenuto dalle donne che lo depongono per terra coprendolo con un telo: una ne poggia la testa sulle ginocchia, l’altra ne abbraccia il corpo.
Viola si è ispirato all’affresco del Cristo in pietà di Masolino da Panicale del Museo della Collegiata di Empoli, esposto a Palazzo Strozzi, ma – poiché il video non è un’immagine ferma e unica – ha contaminato Emergence con altre suggestioni del passato, derivate dai sarcofagi romani, dalla Pala Baglioni di Raffaello, dalla Pietà Rondanini di Michelangelo, dalla Morte di Marat di David. L’acqua che sgorga dal sepolcro è simbolo di morte e insieme riferimento alla fuoriuscita dei liquidi amniotici durante il parto, e crea così una narrazione circolare tra l’inizio e la fine della vita. L’artista unisce qui pensiero cristiano e spiritualità orientale in un originale sincretismo.
«Sono davvero felice di recuperare le mie radici italiane e di avere l’occasione di ripagare il mio debito con la città di Firenze attraverso le mie opere. Dopo aver vissuto e lavorato a Firenze negli anni Settanta, non avrei mai immaginato di avere l’onore di realizzare una così grande mostra in una istituzione così importante come Palazzo Strozzi», sottolinea Bill Viola, nato a New York nel 1951, internazionalmente riconosciuto come uno dei più importanti artisti contemporanei, autore di videoinstallazioni, ambienti sonori e performance.
Creare una mostra di Bill Viola a Palazzo Strozzi, in un percorso espositivo unitario tra Piano Nobile e Strozzina, significa celebrare la speciale relazione tra l’artista e la città di Firenze. È qui infatti che Bill Viola ha iniziato la sua carriera nel campo della videoarte, quando tra il 1974 e il 1976 è stato direttore tecnico di art/tapes/22, centro di produzione e documentazione del video fondato e diretto da Maria Gloria Conti Bicocchi.
Ed è nella città di Firenze e in tutta la Toscana che Palazzo Strozzi trova una diretta prosecuzione della mostra attraverso importanti collaborazioni con musei e luoghi del territorio dove saranno esposte opere dell’artista tra cui il Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli, la Galleria degli Uffizi e il Museo di Santa Maria Novella, il Battistero di San Giovanni e il Museo dell’Opera del Duomo a Firenze dove saranno eccezionalmente esposti i video Observance (2002) e Acceptance (2008) messi in dialogo con due simboli del museo fiorentino come la Maddalena penitente di Donatello e la Pietà Bandini di Michelangelo.

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