Anche oggi l'ennesima discussione scatenata da post di un compagno, un bravo compagno, che si diceva "stufo" dell'atteggiamento di molte donne che si definiscono femministe. Criticava il fatto che sono sempre pronte a riprendere i "maschietti", a "farti sentire un cretino". Ritiene che non hanno bisogno di identificarsi in un movimento per rivendicare i loro diritti. "Ditemi pure che sono un maschilista", ha concluso, "è l'unica giustificazione che trovate quando vi sentite attaccate e della vostra etichetta non me ne frega una beata minchia".
In molte gli hanno risposto facendogli notare il problema è molto più complesso, che non si può generalizzare in un senso o nell'altro. Io mi sono resa conto che c'è ancora molto da fare affinchè anche tra i compagni vengano superati atteggiamenti e modi di fare che scatenano nelle donne riflessi che ci allontano, quando invece sarebbe necessario essere più che mai essere uniti per combattere questa società sessista.
Questo è il post del compagno: "Ma poi vorrei capire una cosa, ma cosa significa essere femministe? Tutelare i principi della donna e risaltare il fatto che l'uomo è un pezzo di merda? Ci sono molte donne che si definiscono tali che le vedo molto fasciste e staliniste e dittatoriali nei loro comportamenti per come si pongono con gli uomini, se non stai attento a come parli sono li pronte per farti sentire un cretino (ci provano) e sono sempre pronte per riprenderti, ma vorrebbe durata!!! Hanno bisogno di identificarsi in un movimento per rivendicare i loro diritti? In questa maniera si ottiene solo un ribaltamento dello stato delle cose, il rispetto deve essere reciproco,io rispetto te quanto tu rispetti me,questo è il concetto. Ditemi pure che sono un maschilista, è l'unica giustificazione che trovate quando vi sentite attaccate e della vostra etichetta non me ne frega una beata minchia".
Da parte mia ripropongo un post del 2012 pubblicato sul blog "Scateniamo tempeste... ma preferiamo il sole" dal titolo "Il maschilismo di noialtri". Eccolo:
Sarebbe troppo bello se fra i compagni maschi non si annidasse mai il maschilismo, i rapporti tra i generi fossero finalmente maturi e ogni forma di sessismo fosse assente o condannata in ogni circostanza. Sarebbe proprio stupendo se nessuna si sentisse mai offesa e discriminata quando è con le persone che reputa come lei. Sì, sarebbe fantastico ma purtroppo non è sempre così, perché alcuni atteggiamenti e modi di fare sono stati a tal punto introiettati da divenire automatici e meccanici e, anche laddove si annida il machismo, si stenta a riconoscerlo. Talora capita addirittura che noi donne assumiamo verso le altre atteggiamenti maschilisti, che abbiamo acquisito di riflesso dalla società, senza renderci conto da subito di come ci stiamo comportando! Figuriamoci allora tra gli uomini, che crescono e vengono educati da millenni al maschilismo, quanto certi comportamenti siano difficili da estirpare.
Allora, cari compagni (millantati) eterosessuali doc, questo post è per voi che, a volte, nonostante i tentativi di liberarvi del macho che si annida nel profondo del vostro animo, proprio non ce la fate! Magari il 99% queste cose le sapete già e evitate certi comportamenti ma, se questo post dovesse servire anche solo per l’1%, saremmo contente uguale.
1) Le compagne si sanno difendere da sole. Non abbiamo bisogno che chiediate “va tutto bene?”, se si avvicina qualcuno che sembra un molestatore. Se abbiamo problemi e/o abbiamo bisogno di una mano, ve lo diciamo e vi facciamo capire che qualcosa non va. Ce la caviamo benissimo da sole nella maggior parte delle situazioni difficili. A volte però vi facciamo intervenire non in quanto maschi, ma perché l’unione fa la forza, soprattutto per arginare/condannare alcuni comportamenti apertamente sessisti e soprattutto le molestie.
2) Non ci piace però quando, al contrario, giustificate chi fa battute sessiste o ridete, dicendo che sono una goliardata e uno scherzo e non le condannate, soprattutto quando la loro pesantezza ci mette a disagio in un ambiente che si proclama antifascista, antirazzista e antisessista.
3) Non ci piace neppure quando siete voi i primi a usare una terminologia sessista deliberatamente o senza accorgervene. Il linguaggio è lo specchio della nostra società e siamo bombardati/e da parole e messaggi con fortissimi contenuti sessisti e omofobi però, se cominciassimo per primi/e ad abolire parole che già di per loro sono offensive, saremmo già sulla buona strada. Pensiamo almeno fino a 3 prima di parlare! Non è così difficile…
4) “La tipa di…” è un’espressione insopportabile. Noi non siamo le fidanzate di rappresentanza di nessun maschio ed esigiamo di essere trattate come persone con un nome.
5) “Ha passato il segno”. Capita che, negli ambienti che frequentiamo, proprio in quanto abbiamo la mente aperta e siamo “tolleranti” – usiamo qui una parola che non ci piace per rendere l’idea – si annidino “i pazzi da centro sociale”, cioè quei disagiati che nessun gruppo e spazio accoglierebbero, ma che noi accettiamo nostro malgrado perché magari ci fanno pena (chi fa militanza, sa bene a quale fenomeno ci riferiamo). Ecco, noi non siamo disposte ad accettare i pazzi da centro sociale se dimostrano atteggiamenti omofobi o se si dimostrano molesti. E ci dispiace che, a volte, vi incazziate, come dite voi, solo quando si avvicinano alle vostre ragazze. Così facendo dimostrate due cose: che le donne per voi non meritano rispetto in quanto tali, ma a seconda del loro ruolo; e che la vostra ragazza è il vostro possesso.
6) Le mani a posto! Ecco, anche in tutti questi casi, non sopportiamo se partite in quarta per “punire” lo stolto maschilista, con gesti violenti. Le mani si alzano solo in situazioni estreme. Nella quasi totalità dei casi non servono gesti plateali per cacciare un disturbatore, ma bastano fermezza e unità di intenti: gli si dice di andarsene tutti insieme e lo si accompagna alla porta.
7) E se ci lasciamo? Se ci lasciamo è perché è finita e, se non ci mettiamo proprio assieme, è perché non è mai cominciata. Potete dirci le cose apertamente, cercare un dialogo, non considerarci più. Però evitate gli atteggiamenti da faida famigliare o da oratorio feriale. L’appellativo di “puttana”, gratuitamente. Spesso, chissà perché, fate quadrato con il malcapitato, più di quanto le donne riescano a fare in centinaia di anni di riconosciuta “zabetteria”. Magari una ha qualcosa da dire anche se non è (più) la vostra ragazza e la sua intelligenza non viene meno con il vostro abbandono.
8) Smettete di dividere il mondo fra compagne e non-compagne per misurare l’intelligenza femminile! A noi danno anche fastidio quelli – e purtroppo esistono – che le compagne vanno rispettate, mentre le altre donne sono un branco di galline. O che, a pensarci bene, anche alcune compagne sono un po’ oche e un po’ “isteriche”. A noi dà fastidio anche quando sminuite le altre donne, perché non fate la stessa cosa con i maschi che non la pensano o non sono come voi. Con quelli, di solito, ci discutete/litigate/esprimete le divergenze; con le donne spesso vi limitate a fare commenti sulla loro limitatezza di vedute (come se una che non la pensa come voi è per forza stupida o pensa solo a cose superficiali).
9) A letto non siete meglio a prescindere dei non-compagni. Quindi se tentate di capirci un po’ di più noi non è che siamo scontente. Però, proprio perché passate il vostro tempo in un ambiente in cui si condividono idee e progetti, ecco, allora esprimetevi anche riguardo a questo argomento. Fate domande! Esigete risposte! Non offendetevi se vi facciamo notare qualcosa! Eddai! Alla fine, anche noi pensiamo che siete mediamente meglio degli altri, ma questo è un piccolo segreto che teniamo per noi.
Magari abbiamo dimenticato qualcosa, o abbiamo detto troppo, o vi siete offesi… O le avete già sentite milioni di volte queste tiritere e magari voi che state leggendo siete già “liberi”. Magari pensate che anche noi meritiamo un “regolamento” da rispettare fra compagni. Però, guarda caso, noi abbiamo sentito l’esigenza di questo post, proprio perché, in questi mesi, ci siamo trovate di fronte ad alcune di queste situazioni di “maschilismo di noialtri” e le abbiamo subite. Quindi ci premeva condividerle.
incredibile come si approfitti subito per creare conflitti e guerre fra poveri. Complimenti a queste femministe, un tempo pagate dagli USA, e forse anche oggi. Il gioco del conflitto fa sempre bene al sistema, si sa. Divide et impera.
RispondiEliminaMa basta, vergognatevi! Ma ancora con sta storia femminismo e maschilismo? Ma è dagli anni 60 che non riuscite ad oltrepassare questo steccato inutile e dannoso! Ma dove si arriva così? Nel commento del tipo leggo di rispetto reciproco, non basta? Non vi basta? Evidentemente no, perché a voi forse non interessa quella parola, ve ne interessano altre su cui costruire questioni e divisioni interne. Ma basta con questi pretesti! E' proprio per queste cose che poi non vi si crede, scadete nell'autoritarismo, non vi si da' fiducia. Provate a concentrarvi sul rispetto reciproco, costruite su questo, anziché battibeccare come comari isteriche su questioni che non portano da nessuna parte.
RispondiEliminaProbabilmente sarò io che ho poca dimestichezza con i blog ma non riesco a commentare sul blog di Nicoletta Orlandi posti,intanto lo farò qui. Confermo quanto affermo nel mio post fedelmente ripreso da Nicoletta in quanto ritengo che il femminismo proveniendo dalla borghesia sia autoritario. Tempo addietro infatti vi erano le suffragette, dame di corte degli industriali e dei borghesi, ammaliatrici del popolo aventi l'illusione del suffragio universale ottenendo pure l'inganno del voto. Negi anni 60 il femminismo è stato finanziato dagli USA per dividere i ceti popolari (dividi et impera) e non basta definirsi femministe o essere donne per garantire la giustizia nel mondo. Ci siamo forse dimenticati di cosa hanno fatto le donne al potere? Erano autoritarie al pari degli uomini e non dovrebbero esistere né maschilism né femminismo come nessun'altra etichetta ma credere in una società egualitaria andando oltre lo stato se si vuole ottenere giustizia. Chi si appiccica e addossa etichette agli altri è solo un/a ciarlatano/a autoritario/a.
RispondiEliminaDai questi commenti si deduce che non avete letto l'articolo. Va bene così. Continuate a far finta di niente, a puntare l'indice a chi vi chiede con estremo rispetto collaborazione affinchè certi comportamenti vengano cambiati. Del resto è più facile mantenere un punto, piuttosto che solidarizzare con chi quotidianamente deve lottare con forme di maschilismo becero e umiliante.
RispondiEliminaSbagliavo,ci sono riuscito.
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con Alessandro: il problema è il potere. Hai ragione: non dovrebbero esserci né maschilismi, né femminismi. Dovremmo essere smarcarci da queste etichette, che non mi appartengono, non ci appartengono e coalizzarci contro una società equalitaria, giusta, che non faccia discriminazioni. Detto questo non vedere come certi comportamenti, e non sto parlando di te e di tanti altri compagni, esistano ancora vuole dire sottovalutare il problema.
RispondiEliminaMi sono scrollato di dosso anche l'etichetta di anarchico,una parola fine a se stessa e priva di significato,nessuno di noi si deve sottrarre da questo compito, è dalle scuole che si deve ripartire, finiamo di distruggere questo sistema scolastico basato su ideali fascisti e costruiamo delle scuole libertarie riprendendo Ferrer ma per avere scuole e comunità autogestite dobbiamo prendere coscienza del nostro potenziale di donne e uomini che siamo,individui ancora schiavi di un potere che fa di noi ciò che vuole mettendoci gli uni contro le altre e viceversa.
RispondiEliminaMi piaci perchè ti distacchi dal femminismo, ma il mio modesto parere è che gli argomenti che hai citato sono veramente molto futili, ok riguardano solo il mondo dei compagni e per te può andar più che bene, ma nel post di alessandro abbiamo argomentato moltissime cose della società attuale, qui hai quasi ridicolizzato il problema, ed io l'ho letto tutto il post...
RispondiEliminaNon credo di aver ridicolizzato nulla e non credo che gli argomenti che ho tirato fuori siano futili. Il post di Alessandro, che tra le altre cose non è citato, è stato solo un esempio di tanti altri che leggo sulle bacheche di tanti compagni. Ed è per questo che non sono stata qui a riportare i commenti. Se hai letto tutto il post e se un po' conosci l'ambiente dei compagni ci ritroverai tante situazioni che subiamo quotidianamente. E francamente non si può continuare a far finta di niente o minimizzare la cosa perché ci sono degli "intoccabili". Sì, anche alcuni compagni sbagliano. Lo vogliamo dire o dobbiamo stare zitte?
RispondiEliminail post l'ho letto tutto, ma hai ingabbiato il problema in un solo ambiente senza metterne il naso fuori per questo secondo me l'hai ridicolizzato, affrontare un tema cosi importante e ingabbiarlo solo nei tuoi problemi e nei problemi delle altre compagne... vedo nel commento di alessandro qui in questo blog tutto quello che andava detto, non ho detto che le situazioni non sono reali, anzi possono portare problemi anche quelle, ma ingabbiare tutti i concetti fatti in unico ambiente scusami ma mi sembra futile, ne poteva uscire qualcosa di migliore di molto migliore se solo ti fossi affacciata sul resto del mondo, tutto qui, ripeto mio parere null'altro.
Eliminaè un post, non è un trattato enciclopedico... E' solo una parte, per me importante, del problema. Posso capire che a te non riguardi, non ti tocchi. Ma a me sì, e visto che il blog raccoglie i miei pensieri, le mie esperienze, le mie considerazioni non vedo perché non dovevo trattare un aspetto della vicenda. Dici che non mi sono affacciata sul resto del mondo perchè non mi conosci, non sai chi sono, forse non hai letto niente altro che questo post. Ma va bene così. Ti auguro buona vita
EliminaInfatti intendevo che in questo post non ti sei affacciata sul resto... e ti avevo già scritto che anche quello che hai citato sono problemi... hai concluso dicendo che si poteva dire di più oppure si è detto anche troppo ....quindi secondo me hai detto troppo poco parere di lettrice che ha affrontato il tema da cui parti nella bacheca di chi l'ha pubblicato... ti auguro il meglio anche a te.
EliminaEcco perchè credo che l'esperienza fatta con il primo laboratorio sui micromaschilismi debba essere ripetuta. I commenti che leggo rafforzano ancora di più il convincimento che ancora, tanti compagni non riescono nemmeno a rendersi conto della portata del problema...Se ci danno del 'maschilista' iniziamo a chiedereci il perchè, invece di fare spallucce e tirare fuori le etichette, il femminismo borghese e altre cazzate simili. Affrontiamo il problema: qui non bisogna smettere di definirsi 'anarchico' qui bisogna smetterla con i comportamenti 'sessisti e maschilisti'...il resto è fuffa....Il problema che solleva Nicoletta è vero e reale e di tanti compagni cosi ne conosco molti...A parole so tutti compagni nei fatti so maschi bianchi eterosessuali sessisti...prima di occuparci di cambiare la società attuale, cominciamo a cambiare noi stessi
RispondiEliminaCredo che non si debba neanche dimenticare la storia se vogliamo migliorare e progredire. Dobbiamo partire sicuramente da noi stessi se vogliamo cambiare la società e nel mio piccolo cerco di farlo tutti i giorni e ne parlo spesso ma quando ci provo trovo un disinteresse totale tra i compagni stessi e il mio post non è altro che un pezzo della conversazione in chat con una "femminista con le palle" queste sono state le sue parole,non è una giustificazione perché non mi sento di dovermi giustificare con nessuno avendo liberamente espresso i miei pensieri del tutto opinabili ci mancherebbe, non sono certo io a detenere la veritàma resto nella convinzione che una donna non abbia bisogno di un movimento per rivendicare i suoi diritti, questo credo e a differenza di molti che magari mettono la fotina sui social sulla non violenza alle donne poi le riempiono di botte per un semplice no o se contraddetti (conosco molti casi come credo chiunque) mi metto in discussione mettendoci sia il nome che la faccia e sono sempre pronto alle critiche e ad ammettere i miei errori se sbaglio ma di una cosa sono sicuro,che il solo fatto di parlarne sia già un buon inizio per la costruzione di un qualcosa di positivo. Purtroppo sappiamo bene l'effetto di 4 mura,a cosa portano sia nei carceri che nei manicomi che nelle famiglie stesse(altro concetto da demolire),il più forte cerca di imporre la sua volontà tirando fuori il peggio di se Lo dirò all'infinito se vogliamo eliminare tutto questo è necessario abbattere l'attuale sistema scolastico che fonda le sue basi su ideali autoritari e fascisti dove iniziano le prime discriminazioni tra masci e femmine,il grembiulino rosa alle femminucce e quello azzurro ai maschietti e iniziare un percorso libertario che ci porti insieme tutti/e alla libertà e all'emancipazione.
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