Durante un passaggio a Bologna, aveva lasciato cinque dei suoi celebri disegni sui muri e su una pensilina della città delle Due Torri, ma nonostante si tratti di una delle più importanti street-artist italiane è stata denunciata per imbrattamento. AliCè, romana di 33 anni, impegnata in questi giorni nel sudest asiatico proprio per le sue 'creazioni', mentre l'istituto italiani di cultura loda le sue doti a Singapore è stata messa nei guai con la giustizia dal reparto sicurezza urbana e antidegrado bolognese. I vigili, dopo un'intervista di AliCe' al Corriere di Bologna nella quale lei stessa faceva riferimento ai disegni fatti in via Centotrecento, via Mascarella, via Zamboni, via del Pratello e in zona Bolognina si sono attivati e dalla 'tag' l'hanno individuata e hanno fatto scattare la denuncia alla Procura. Gli street artists di Bologna però non ci stanno e domani, 26 ottobre alle 15 hanno chiamato a raccolta i cittadini a piazza Ravegnana per dire "basta alla caccia alle streghe".
L'obiettivo è "il ritiro delle denunce" a carico di scrive sui muri e per farla finita con "le perquisizioni, le multe fino ai 3.000 euro e al rischio di due anni di reclusione". In una nota diffusa oggi e firmata da Cheap Festival, Laba's, Bologna Street Art, Tpo, Street and Urban Art, si dicono convinti che "non sia ammissibile che in una città come la nostra, che proprio in questi giorni celebra la figura di Francesca Alinovi, chi pratica la street art, che per definizione nasce corsara e fuori dalle regole, venga criminalizzato". A Bologna, dicono, la situazione "è diventata ormai intollerabile: da mesi assistiamo a una sempre crescente criminalizzazione e repressione delle forme artistiche metropolitane". Il caso di Alicè, va avanti la nota, "è solo l'ultimo caso di un'escalation iniziata da alcuni mesi". Il nucleo di sicurezza urbana e anti-degrado "ha messo in campo azioni di repressione, che ricordano periodi bui della nostra storia: perquisizioni nelle abitazioni, continue operazioni di controllo e monitoraggio in cui i perfomer e i loro lavori vengono schedati e catalogati come illegali anche se in possesso di autorizzazioni o permessi territoriali". Gli street artists sono stufi di sentirsi aggrediti nella loro libertà di espressione come se fossero criminalità organizzata, come se dipingere un muro fosse un reato grave e ora chiedono "con forza la depenalizzazione e il ritiro di tutte le denunce".
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