mercoledì 20 febbraio 2019

Figlie, amiche, amanti: le bambole di silicone surrogati d'amore


Elena Dorfman "Still Lovers"
Rimpiazzano gli esseri umani con una bambola. Neonata, adolescente, adulta: ognuno la sceglie per meglio soddisfare il proprio bisogno di dare amore. E la cura con tutte le attenzioni che si darebbero a un neonato vero, a un’amica o a una fidanzata in carne ed ossa. Del resto sembrano veramente delle persone. Capelli da pettinare, viso, espressioni e incarnato che invitano alle carezze, ai baci: tutto è studiato per rendere la bambola (costa 20 mila euro) quanto più vicina alla realtà così da dare l’illusione di una compagnia umana a tutti gli effetti. Sono tanti nel mondo a offrire, senza chiedere nulla in cambio, il loro amore a un manichino di silicone: amore surrogato, lo chiamano ad indicare il legame emozionale tra un uomo o una donna e una rappresentazione artificiale dell’essere umano.

Jamie Diamond
Jamie Diamond


Questo argomento è al centro del progetto di Jamie Diamond ed Elena Dorfman, protagoniste della mostra curata da Melissa Harris Surrogati. Un amore ideale che ha appena inaugurato all’Osservatorio della Fondazione Prada in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Attraverso 42 opere fotografiche le due artiste documentano in modo vivido e senza pregiudizi le interazioni tra gli uomini e i loro compagni inanimati. Diamond e Dorfman hanno ritratto i “surrogati” come creature desiderate e idealizzate, oggetti-feticcio dotati di una “vita propria” condivisa con madri o partner in carne e ossa, e a volte con i loro parenti più stretti.


Elena Dorfman
Nelle serie “Forever Mothers” (2012-2018) e “Nine Months of Reborning” (2014), la Diamond racconta la comunità delle Reborners che realizzano e collezionano bambole iperealistiche con cui interagiscono per soddisfare il proprio desiderio di maternità. In “I Promise to be a Good Mother” (2007-2012), la stessa Diamond, che anche una performer, indossa gli abiti di sua madre e si prende cura di Annabelle, una bambola reborn. Ispirato a un diario che l’artista teneva da bambina, il progetto si è poi evoluto in una complessa esplorazione degli stereotipi sociali e delle convenzioni culturali che circondano la relazione tra madre e figlio.

Elena Dorfman
 Le foto di Elena Dorfman fanno invece parte della famosa serie “Still Lovers” (2001-04), in cui documenta la quotidianità delle persone che vivono con bambole erotiche a grandezza naturale. L’artista indaga il loro ruolo, non di puri oggetti sessuali, ma di compagne coinvolte in tutti i momenti “normali” della giornata come la colazione o la serata trascorsa davanti al televisore. Le foto immortalano la sfera privata delle persone mostrando situazioni, aspirazioni e desideri di cui le bambole sono diventate proiezioni assumendo così un proprio senso di realtà.
Elena Dorfman

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