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Autoritratto, 1929 |
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Perchè se è vero che Gropius sosteneva che «non ci deve essere alcuna differenza tra il sesso più bello e quello più forte» e che il Bauhaus aveva un'impronta moderna e libertaria, è altrettanto vero che la scuola era comunque vittima della mentalità fortemente maschilista del tempo: realizzare una autentica parità tra i sessi era semplicemente un passo troppo lontano.
Quando il Bauhaus aprì, nel 1917, ci furono più richieste di iscrizione da parte delle donne che da parte degli uomini, ma a molte di loro venne negato l'accesso alle lezioni e a quelle che riuscirono ad entrare venne impedito di frequentare i corsi ritenuti più importanti, quali pittura, incisione e design industriale e quindi dirottate ai laboratori ritenuti "femminili": ceramica, tessitura, rilegatura di libri.
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Le studentesse del Bauhaus |
Questo atteggiamento fu particolarmente forte nei primi anni, sotto la guida di Johannes Itten. Quando Gropius, nel 1923, riuscì a sostituirlo con il designer ungherese László Moholy-Nagy, la situazione migliorò per molte studentesse tra cui Gertrud Arndt, Benita Koch-Otte e Lou Scheper-Berkenkamp e pure per Marianne Liebe Brandt. Ma la situazione non si risolse mai completamente. Quando la scuola passò sotto la direzione di Mies van der Rohe, nel 1930, divenne essenzialmente una scuola di architettura e poiché questo campo era tradizionalmente chiuso alle donne, ben poche poterono affermarsi. Anni Albers, ad esempio, ci riuscì solo dopo aver lasciato la scuola e raggiunto, nel 1933, l'America, dove lavorò con successo per la Knoll e la Rosenthal. Marianne (che dal 1930 al 1933 fu responsabile del design presso Rappelwrk a Gotha) ebbe la possibilità di fare ulteriore esperienza lavorando anche per lo studio di architettura di Walter Gropius, con il compito di ispezionare il design e la fabbricazione di arredamento modulare e prodotto in serie. E a questo proposito vanno ricordati i posacenere disegnati per Alessi nel 1924 e per centinaia di oggetti caratterizzati da linee essenziali, minimali, rigide ma incredibilmente moderne e ancora attuali a distanza di quasi un secolo.
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I posaceneri della Alessi creati da Marianne Brandt |
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