venerdì 24 giugno 2016

La passerella di Christo: arte viva, ponte tra passato e futuro

«Questa non è arte», tuonano i detrattori di The Floating Piers liquidando l’opera come attrazione da luna park o da sagra di paese o peggio ancora come mera operazione di marketing. Niente di più sbagliato: la passerella di Christo sul Lago di Iseo è un capolavoro sia se la si guardi dalla cima del Monte Isola, sia se ci si cammini sopra a piedi nudi, così come consiglia l’autore. È una pennellata d’oro sull’acqua azzurra del Sebino che toglie il fiato a quanti arrivano dopo aver percorso la vecchia mulattiera fino al Santuario della Madonna della Ceriola. Quello che gli spettatori si trovano davanti è una tela dipinta da un artista che è riuscito nell’impresa delle imprese: dipingere sull’acqua. Prima di lui era solo un’improbabile utopia. Ci voleva una mente visionaria, ostinata e intraprendente come quella di Christo per concretizzare un’idea che gli frulla in testa da quarant’anni. E alla fine c’è riuscito.

Sì, perché The Floating Piers non è un progetto nato ieri come attrazione estiva al pari di un parco divertimento per i turisti: l’opera di Christo e Jeanne-Claude (la moglie scomparsa nel 2009 che ha firmato con lui i 22 progetti realizzati in giro per il mondo)(1)  ha dietro un progetto, quello di camminare sull’acqua, nato nel 1970 e mai abbandonato. Christo e Jeanne-Claude ricercano la bellezza che, spiega l’artista «ha bisogno di situazioni uniche, in un certo senso inimmaginabili. Per ottenerla dobbiamo mettere in atto degli sconvolgimenti gentili del contesto che abbiamo preso in prestito». Contesto che contribuisce alla creazione dell’opera, insieme ovviamente al fruitore. L’arte in The Floating Piers non è solo la passerella o il tessuto che la ricopre, ma è il lago, sono le montagne, è la cultura dei paesi che si affacciano sul Lago d’Iseo: tutto lì sul Sebino contribuisce. Compreso il sole che brucia la pelle, il vento tra i capelli, il dondolio delle onde, la siesta all'ombra degli alberi dell'isolotto) e persino le condizioni meteorologiche avverse.
Questo ponte che unisce passato e futuro è arte, signori. È arte viva (nasce e muore il giorno che verrà smantellata) che Christo ci ha regalato senza chiedere nulla in cambio se non quella di goderne.

Ps. Sarebbe fantastico se Christo, grande artista qual è, proponesse di realizzare e certamente troverebbe i fondi nel mondo di realizzare una lunga passerella percorribile dal Nord Africa alla Sicilia per tutti i migranti.

1)  Tra questi “Valley Curtain”  dove nel 1972 posizionarono un telo lungo 400 metri fra le Montagne Rocciose in Colorado, l’impacchettamento di Porta Pinciana a Roma nel 1974, “Surrounded Islands” nel 1983 dove circondarono le isole della baia di Biscayne a Miami con dei teli fucsia; l’impacchettamento di Pont Neuf, il ponte più vecchio di Parigi nel 1985 con un tessuto giallo ocra; l’impacchettamento del Reichstag di Berlino, la sede del parlamento tedesco con un tessuto argenteo nel 1995;  “The Gate” nel 2005, una distesa di materiale arancione nel Central Park di New York che formava una strada lunga 37 km costellata di 7.503 porte, una ogni 4 metri.

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