Si fa un gran parlare questi giorni dell'ingerenza del Vaticano nella questione Marino. Nel 2011 questo scrivevo nel libro "Il sacco di Roma" a proposito dei rapporti tra la Santa Sede e il sindaco Alemanno. Oggi a rileggerlo ho vomitato.
PER GRAZIA RICEVUTA: IL SINDACO FEDELE
È allenato. I suoi polmoni e i suoi muscoli sono abituati alla fatica. Quattordici chilometri a piedi sono poca cosa, per lui che ha scalato montagne. Eppure quella marcia, nella notte del sabato precedente le elezioni del 2008, non fu affatto facile.
Il 27 aprile 2008, a mezzanotte e mezza, insieme alla moglie Isabella Rauti sotto braccio, si mise in marcia. Destinazione: Divino Amore, periferia di Roma. Cinque ore di cammino, con la stanchezza mentale di una lunga campagna elettorale sulle spalle e con i timori di chi una volta è già stato battuto. Ma non è tempo di risparmiarsi: alla ricerca dell'ultimo consenso, stringe la mano di tutti i pellegrini che, come lui, si dirigono con le torce accese verso il santuario. Canta, prega e recita il rosario. Il suo è un voto alla Madonna, in cambio di quelli necessari per essere eletto.
E, finalmente, scorge l'immagine della Vergine. Davanti a essa, Gianni Alemanno promette devozione, ma anche oboli per Santa Romana Chiesa. Sindaco per grazia ricevuta, con molte promosse da mantenere. Tutte, possibilmente.
Gianni Alemanno è stato chiaro fin da subito. La sua prima uscita pubblica con la fascia tricolore è del 5 maggio 2008: basilica di Santa Maria Maggiore, in occasione dell'apertura del mese mariano. È presente anche Isabella Rauti. Papa Ratzinger, infrangendo il cerimoniale, dopo aver invocato la Madonna scende dall’altare e va a salutare il neo sindaco, che immediatamente si prostra. Un gesto, quello del papa, che impressiona perfino il cerimoniere della basilica, monsignor Adriano Paccanelli, e che subito sgombra il campo da ogni dubbio: la Chiesa romana si aspetta molto da Alemanno. Aspettative che non si riveleranno malriposte.
Il 9 marzo 2009 il sindaco accoglie il pontefice in Campidoglio, anche per risarcirlo dello sgarbo subìto l'anno precedente, quando la sua visita in occasione dell'apertura dell'anno accademico dall’università La Sapienza saltò, in seguito alle proteste dei collettivi studenteschi e di alcuni professori. Nell'aula Giulio Cesare, davanti all'intero Consiglio comunale, Alemanno regala al Papa una pergamena, sulla quale è scritto:
A ricordo della storica visita del Santo Padre in Campidoglio, il Comune di Roma intitola a Benedetto XVI il centro di via dell’Inviolatella Borghese, nel quale verrà realizzato un polo specializzato per la formazione e il recupero della gioventù disagiata e dei ragazzi rom.
Si tratta di tredici ettari di patrimonio pubblico, all’interno dell'area protetta del Parco di Veio. Una zona da anni negata ai cittadini e alienata dal sindaco in favore di un soggetto privato, il Vaticano, che non si fa scrupolo a costruire anche laddove non potrebbe. Come nell'XI municipio, zona ostiense, dove una colata di ventitremila metri cubi di cemento coprirà il cimitero in cui venne sepolto San Paolo e l’antica villa di età imperiale di Lucio Calpumio Visone. A fianco della basilica di San Paolo sorgerà, infatti, un imponente complesso edilizio con tanto di auditorium, poliambulatorio, laboratori, uffici e un mega parcheggio sotterraneo per un altro presidio dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù. Il tutto, secondo il presidente dell’XI municipio Andrea Catarci e il segretario dei Radicali Mario Staderini, commettendo almeno tre violazioni. Innanzitutto, spiegano i due, «non è stato chiesto alcun permesso, né al Comune di Roma, né al Ministero dei Beni Culturali», come testimonia la risposta del direttore generale ai beni culturali del Lazio, Federica Galloni, a una richiesta specifica proprio di Staderini: «Non risultano richieste di parere o comunicazione».
Aprendo i cantieri e procedendo rapidamente alla realizzazione delle opere, strutture alte quattro piani in un area di grande interesse storico culturale, il Vaticano avrebbe inoltre violato le convenzioni sottoscritte con l’Unesco, che prevedono la tutela integrale dei siti archeologici ritenuti patrimonio dell’umanità. «Per non parlare del fatto che tra Stato italiano e Santa Sede sono ancora validi i Patti lateranensi, che prevedono la facoltà del Vaticano di dare ai propri immobili l’assetto ritenuto più opportuno, ma che non parlano di libertà di costruire nuovi manufatti», puntualizza Catarci. Che presenta una denuncia alla magistratura, con la richiesta di sequestro immediato del cantiere. A questa ne fa seguire poi una politica: «Vorremmo sapere perché, se tutto è nella norma, il Vaticano non si rapporta con il Municipio e con il Comune». E poi: «Perché, se tutto è nella norma, il Piano regolatore generale del 2008 raffigura come un “buco nero” la sola Città del Vaticano e cataloga, invece, come “città storica” l’area di San Paolo?».
Da parte sua, il radicale Staderini, che già aveva denunciato la situazione un anno prima (facendo seguire una serie di esposti per omissione di atti d’ufficio nei confronti degli enti che non avevano impedito l’apertura del cantiere), aspetta ancora una risposta dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dal ministro degli Esteri Franco Frattini e da quello dei Beni Culturali Sandro Bondi. Aveva chiesto loro quali iniziative fossero state assunte o fossero state previste dal Governo nei confronti del Vaticano, il quale avrebbe violato l’articolo 15 dei Patti lateranensi, «che non consente nuove edificazioni in violazione assoluta delle norme in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica, e in ogni caso alla luce dell’evidente mutamento del paesaggio e danneggiamento di beni culturali siti in territorio italiano».
«Dal Bambin Gesù non si hanno notizie più precise sulle dimensioni finali dell'edificio, sulla procedura che ha portato all'apertura del cantiere gestito dall'Italiana Costruzioni, ma spiegano che si tratterà di un centro elettivamente dedicato al potenziamento dell'eccellenza dell'ospedale sul fronte della ricerca scientifica a vantaggio della salute dei bambini». Un disegno preciso era stato già esposto dal presidente dell'ospedale, Giuseppe Profiti, in occasione della cerimonia d’inaugurazione del poliambulatorio del Bambin Gesù a viale Baldelli, alla quale presenziò il sindaco Alemanno. Ma il sindaco non batte ciglio, quando Profiti riferisce di una «struttura leggera, alta due piani e in vetro», con un parcheggio interrato da 280 posti, dove sarebbero stati ospitati altri ambulatori e il centro di ricerche, nell'ottica di lasciare al Gianicolo, sede storica del Bambin Gesù, esclusivamente la gestione delle emergenze, delle altissime specialità e dei trapianti. Sempre in quella occasione, Profiti rende noto che i lavori sarebbero stati ultimati entro il 2012 e avrebbero comportato un investimento di 35 milioni di euro.
Ulteriori notizie si desumono dal sito web di Emanuele Triches, un ingegnere che ha collaborato con lo studio Carrara International all'elaborazione del progetto, che «per motivi di riservatezza» non riporta disegni e foto del cantiere. Triches parla di un «sostanziale incremento delle dimensioni dell'intero complesso, con l'aggiunta di un secondo piano all'edificio per poliambulatori e l'introduzione di un edificio di laboratori» e più avanti fa riferimento a una variante in corso d'opera risalente ad aprile. «È stato destinato a laboratori anche l'edificio originariamente adibito agli uffici, mentre il vecchio blocco dei laboratori è stato ridotto per la realizzazione di un auditorium di rappresentanza da 200 posti. Inoltre si prevede la fine dei lavori con un anno di anticipo e quindi entro il 2011 ».
Piccato, il sindaco Alemanno liquida la questione sostenendo che la protesta, sostenuta anche da Legambiente, «rappresenta un brutto episodio di demagogia non consono al ruolo istituzionale di un presidente di Municipio, che non tiene in nessun conto i rapporti tra lo Stato italiano e lo Stato Vaticano. […] L'area in cui è stato costruito questo nuovo centro di ricerca del Bambino Gesù ricade sotto la competenza dello Stato Vaticano. [...] L'obiettivo di questa nuova realtà del Bambino Gesù è quella di sostenere e curare l'infanzia che soffre».
Con lo stesso spirito caritatevole, il 21 giugno 2010 il fedele sindaco, durante la cerimonia per la realizzazione della nuova chiesa di Tor Vergata, annuncia la costruzione di cinquantuno nuove parrocchie nei quartieri periferici di Roma. «È un progetto realizzato insieme al Vicariato e alle altre diocesi per portare parrocchie e centri di culto, ma anche importanti centri sociali e culturali, nelle periferie. Siamo infatti consapevoli che le parrocchie sono spesso punto di aggregazione e identità dei quartieri».
Le parrocchie, dietro lauto compenso, diventeranno anche la soluzione per abbattere le liste d'attesa negli asili nido comunali, che anche quest'anno registrano 8000 bambini esclusi: a settembre, nelle 457 strutture dedicate alla prima infanzia, verrà accolto soltanto il 55 per cento delle domande provenienti dalle famiglie romane. Su 18.645 richieste presentate, ne sono state soddisfatte soltanto 10.291. E così il Campidoglio affida i bambini dai 12 ai 36 mesi alle parrocchie: l'annuncio è stato fatto dall'assessore alle Politiche educative e scolastiche Gianluigi De Palo, la famiglia e la gioventù qualche giorno dopo l'insediamento sul colle capitolino.
Gianluigi De Palo, invece, è uno dei neo-acquisti di Alemanno dopo il rimpasto della giunta varata il 14 gennaio 2011. Uno che di esperienza amministrativa può vantare poco o nulla. Però è un papaboy. Trentun anni, romano, dal 2005 è il presidente provinciale Acli Roma e dal 2006 è presidente dell'associazione Scienza & Vita Roma Uno, che su Facebook viene descritta dallo stesso De Palo, in qualità di fondatore come “Un gruppo di giovani consapevoli del fatto che la vita, dal concepimento alla sua fine naturale, è la nuova questione sociale”. . Dal 1998 al 2000 ha lavorato nell'organizzazione della Giornata Mondiale della Gioventù, di cui è stato responsabile del settore Info-Point. Barba incolta, sandali ai piedi e borsa tipo tolfa, lo si vede spesso ai convegni assieme alla moglie e ai due figli. Un movimentista, come lo definiscono gli amici, in passato molto vicino al cardinale Ruini. C’è anche chi ricorda il suo appoggio al centrosinistra romano durante l'epoca in cui, nella Capitale, comandavano Rutelli e Veltroni. Poi la conversione, motivata forse dal fatto che Alemanno aveva avviato da tempo una collaborazione con le organizzazioni del laicato cattolico e col Forum delle Famiglie, l'organismo che dal 1972 raggruppa le associazioni, i movimenti e le organizzazioni che operano in Italia a favore ed a sostegno della famiglia e per la promozione dei suoi diritti .
«Le mie priorità per i prossimi due anni sono la piena e definitiva applicazione del quoziente familiare, l'ascolto dei giovani, la creazione di un patto educativo tra famiglia, scuola e istituzioni civili ed ecclesiali. Roma deve diventare una città a misura di famiglia», ha annunciato De Palo. Come? «Bisogna affidare i bambini dai 12 ai 36 mesi alle parrocchie».
E peccato che quest'anno l'addizionale Irpef comunale sia passata dallo 0,5 per cento allo 0,9 per cento: se si aggiunge quella regionale, un impiegato con un reddito lordo annuo di 32 mila euro, pagherà complessivamente 608 euro per le due addizionali Irpef destinate agli enti locali. Ben 224 euro in più rispetto al 2010.
«Il Comune di Roma spenderà centinaia di migliaia di euro per finanziare un servizio pubblico rivolto alla prima infanzia, all'interno di un luogo religioso e di culto, la parrocchia, cioè di una circoscrizione ecclesiastica che è soggetta al diritto canonico. Fino a oggi non ci si era mai spinti così oltre», ha fatto notare Valentina Steri di Rifondazione comunista, assessore alle politiche scolastiche del XVI Municipio. De Palo si è risentito: «È il colmo, che invece di essere tutti uniti per il bene comune si facciano delle polemiche pretestuose che non aiutano a essere realisti. […] Non si tratta di asili nido, ma di centri famiglia, affidati per bando pubblico a organismi del terzo settore. Diamo così seguito a quel famoso principio della sussidiarietà di cui si parla spesso, ma che altrettanto spesso non si concretizza».
Il principio della sussidiarietà: ovvero come lo Stato, il Comune e la Cosa pubblica abdichino definitivamente ai loro compiti di gestione dei servizi sociali, riversando fiumi di denaro alla Chiesa cattolica.
E alternativo è anche il pub con il marchio vaticano aperto in pieno centro storico, proprio mentre si organizzano task force contro la movida e si centellinano le licenze per i locali. È il 2 ottobre 2010: la diocesi di Roma inaugura il Gp2 in ricordo di Giovanni Paolo II, in vicolo del Grottino 3/b, una traversa di via del Corso. E Gianluigi De Palo, a quel tempo non ancora assessore, ma già presidente delle Acli, dichiara: «La Chiesa di Roma si riprende lo spazio della notte, che appartiene ai giovani. Attraverso la rinnovata struttura, che è uno dei frutti della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000, avremo l’opportunità d'incontrare la periferia al centro. Ci sarà l’occasione di socializzare e di accostarsi a un ambiente ispirato ai valori del Vangelo». Ma solo quando serve. Per il resto, e se di mezzo ci sono gli amici, il Vangelo si può dimenticare.
I fatti: tra le polemiche ha preso il via il processo per pedofilia a don Ruggero Conti, ex parroco della Chiesa della Natività di Maria Santissima di Selva Candida, finito in manette il 30 giugno e accusato di violenze su sette bambini tra il 1998 e il 2008. Don Ruggero è amico e grande elettore del sindaco, il quale lo aveva individuato come garante per la famiglia e le periferie. Com'è noto, ormai da parecchi anni il Comune di Roma si costituisce parte civile nei casi di violenza sessuale. Durante la prima tranche del processo, rinviato al 7 luglio 2009, il tribunale ha accolto la costituzione di parte civile delle famiglie delle presunte vittime, della onlus Caramella buona e del radicale Mario Staderini, per via di una norma (art. 9 del Testo unico degli enti locali) che permette a qualsiasi cittadino elettore di prendere posizione a fianco delle vittime nei giudizi in cui manca l’amministrazione pubblica di riferimento. Il pubblico ministero, infatti, ha comunicato che il Comune non si era costituito parte civile, leggendo una lettera firmata da Alemanno, il quale motivava la scelta con una «non completa conoscenza degli atti». Piccolo giallo: il portavoce del sindaco, Simone Turbolente, ha smentito: la lettera non era di Alemanno. A pagarne le conseguenze è Rita Camilli, funzionaria del Campidoglio, individuata come l’artefice della mancata costituzione di parte civile del Comune: è infatti rimossa dal suo incarico. Ma il radicale Staderini mostra la lettera firmata il 4 giugno 2009 dal sindaco:
Il sottoscritto dichiara di non costituire l’amministrazione comunale nel processo sopra indicato.
Nella determinazione dirigenziale del 25 maggio 2009 si legge:
La legittimazione alla costituzione di parte civile per i reati di violenza sulle donne non appare automaticamente trasferibile alla violenza sui minori.
Il 3 marzo 2011 don Ruggero Conti è stato condannato dalla VI sezione del Tribunale di Roma a 15 anni e 4 mesi di reclusione per aver abusato tra il 1998 e il maggio 2008 di sette bambini.
Oboli e anche indulgenza, dunque. Come quella che mostra il Campidoglio ogni qualvolta si tratta di manifestazioni religiose. Un esempio su tutti: è il 23 settembre 2009 e il centro di Roma si blocca per un corteo religioso in onore di Padre Pio, che terminerà a piazza Navona, dove ad accogliere i devoti provenienti da tutta Italia vanno i mezzi e gli uomini della Protezione civile, insieme al sottosegretario Bertolaso e al'immancabile sindaco Alemanno. La scelta di giorno, orario e luogo è sicuramente opinabile, viste le conseguenze negative sul traffico e sul trasporto pubblico, così come la stessa, costosa presenza della Protezione civile. Quello che impressiona, però, sono i due pesi e le due misure usate dalla Prefettura e dal sindaco. Oramai, da mesi, sono vietate decine di manifestazioni, con la motivazione delle ripercussioni sul traffico e la non corrispondenza ai percorsi obbligatori del famigerato Protocollo. Eppure il Campidoglio dà il via libera alle manifestazioni previste per la beatificazione di Giovanni Paolo II il primo maggio, giorno in cui la città si riempie, come ogni anno, per il mega concerto della festa dei lavoratori organizzato dai sindacati. E pensare che fino a poco tempo prima si voleva spostare la kermesse organizzata dai sindacati dalla storica piazza S. Giovanni alla periferia della città. Evidentemente se c'è di mezzo il Vaticano tutti i problemi si risolvono.
Intanto i prezzi delle stanze degli alberghi schizzano alle stelle e si registra il tutto esaurito: l’Opera romana pellegrinaggi gongola per gli ottimi affari. Nominato sindaco, il devoto Gianni subito sigla una convenzione con essa, che concede prestiti ai dipendenti comunali che intendono viaggiare. Garante: il Campidoglio. Poi, durante il viaggio a Lourdes, il primo cui partecipa ufficialmente il Comune di Roma con un centinaio di impiegati al seguito, Alemanno s'improvvisa barelliere e annuncia la costruzione, insieme all’Opera romana pellegrinaggi, di «una rete tra tutte le città e le mete di pellegrinaggio per condividere servizi, esperienze diverse e diffondere una cultura del pellegrinaggio».
Ma l'Opera romana pellegrinaggi non è la sola società d'oltretevere a beneficiare dei favori del Campidoglio. Il sindaco ha infatti consolidato i rapporti con la Caritas e con Sant’Egidio; ha eletto come interlocutore privilegiato la Compagnia delle Opere (il braccio operativo di Comunione e Liberazione) mediante la nomina di Luigi Legnani a presidente della nuova Atac. Senza dimenticare l'Opus Dei, naturalmente.
Inoltre, nel 2009 la selezione per 544 posti all’Ama (324 operatori ecologici, 20 seppellitori, 200 autisti) fu gestita direttamente dal centro Elis, che guarda caso si presenta come «opera apostolica della Prelatura dell’Opus Dei». Questo selezionerà, tra le migliaia di domande presentate, le 1088 persone cui farà svolgere un corso di formazione della durata di cinque giorni, seguito dall’esame dal quale saranno individuati i 544 fortunati che saranno poi assunti dall’Ama. «Un fatto gravissimo», denuncia il sindacato di base Rdb-Cub. «Non si capisce perché l’Ama, il cui azionista principale è il Comune di Roma, si rivolga a un consorzio privato per operazioni che potrebbero essere svolte tranquillamente da strutture pubbliche. Dovrebbe essere la Provincia di Roma a organizzare questi corsi, alla luce delle competenze dell’Assessorato al Lavoro e alla Formazione».
In sintesi: in tre anni di amministrazione alemanniana, durante la quale i romani hanno visto aumentare le buche sull’asfalto, gli stupri al decoro urbano, il traffico più caotico unito alla latitanza degli autobus, il raddoppio del prezzo delle mense scolastiche e l’erosione di tutti i servizi sociali, la Chiesa cattolica ha invece ricevuto attenzioni come mai era avvenuto in precedenza. Dulcis in fundo: l'organizzazione di un mega concerto in onore del pontefice sulla piazza del Campidoglio, in occasione dei santi Pietro e Paolo (29 giugno) e la decisione sull'apertura gratuita dei musei l’8 dicembre, giorno dell'Immacolata Concezione, fatto previsto solo per il 21 aprile, data convenzionale della fondazione di Roma. Senza citare le numerose partecipazioni ufficiali a Vie crucis, processioni e messe, le donazioni di calici d’oro e le affissioni di improbabili targhe in memoria di passaggi di santi in varie zone della Capitale.
Di fronte a tanto zelo, la Chiesa non può che chiudere gli occhi sui mali della Città eterna. Anzi, fa di più: annuncia, attraverso padre George Gaeswein, segretario personale di Benedetto XVI, lo Statuto speciale per la città, per «metterla in condizione di svolgere nel modo migliore le funzioni e i servizi di cui è gravata per i suoi ruoli di Capitale, di città internazionale e di sede della cattolicità». In particolare in quei settori «che hanno connessione con le funzioni di urbanistica, trasporti, relazioni internazionali, accoglienza di pellegrini, servizi sociali anche a favore di immigrati, turismo religioso e la conservazione dei beni culturali ecclesiastici».
Fiat voluntas Gianni. E del Vaticano, naturalmente.
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