Libertà di scelta. Anche quella di non incontrare dopo trentacinque anni la figlia che ha messo al mondo per poi, con la morte nel cuore, darla subito in adozione. Adele, questo il nome di fantasia scelto da Repubblica per raccontare la sua storia, ha detto no a un'assistente sociale che l'ha contattata su mandato del Tribunale dei minori di Roma, per chiedere se voleva vedere la figlia che ha presentato un'istanza per conoscere la genitrice. La ragazza è malata e vorrebbe sapere dalla madre naturale se la sua malattia è di origine genetica. Adele ha accettato di rendere noti i suoi dati sanitari, ma dell'incontro non vuole sentirne parlare.
sabato 13 giugno 2015
sabato 6 giugno 2015
Sofia, la "primina" che ha vinto il concorso letterario del liceo
Stamattina neanche voleva andarci a scuola. "L'ultimo giorno non si fa niente, le interrogazioni sono finite, c'è solo la premiazione del concorso…", mi ha detto mentre mi preparavo per andare in redazione. "Fai come ti pare. Ma almeno fa in modo che quando torno a casa la tua stanza sia a posto. Sembra che è stata investita da un uragano", le ho risposto scavalcando mucchi di vestiti sul pavimento che neanche un'istallazione di Pistoletto, sicura che al rientro l'avrei trovata nelle stesse condizioni.
Alla fine, invece, forse sperando di avere notizie dai prof sulla sua bocciatura (tutt'altro che campata in aria), ma soprattutto per non sistemare il suo "covo" ci è andata. E la notizia più bella che avesse potuto darmi è arrivata con una telefonata alle 11, mentre scrivevo un pezzo su Putin.
"Mamma ho vinto! Ho vinto! Ho vinto il primo premio", urlava al cellulare.
Alla fine, invece, forse sperando di avere notizie dai prof sulla sua bocciatura (tutt'altro che campata in aria), ma soprattutto per non sistemare il suo "covo" ci è andata. E la notizia più bella che avesse potuto darmi è arrivata con una telefonata alle 11, mentre scrivevo un pezzo su Putin.
"Mamma ho vinto! Ho vinto! Ho vinto il primo premio", urlava al cellulare.
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