sabato 5 luglio 2014

Il punto debole del maschio? Il culo

Sul sito anarcoqueer ho trovato questo opuscolo (che potete anche scaricare gratuitamente in Pdf) che riporta una conferenza nella quale il professor H-K. Schmurgle sostiene la tesi di un doppio orgasmo maschile. Al di la delle magnifiche tavole anatomiche inedite e da un manifesto che rivendica il riconoscimento di un campo più esteso di zone erogene nell’uomo, il testo dà modo di riflettere e quindi superare pregiudizi dai retaggi misogini/omofobi/transfobici legati ai ruoli di genere tradizionali. Non solo. Fa riflettere sul nostro linguaggio, che soprattutto nelle sue accezioni più offensive fa largo uso di epiteti sessisti e omofobi. Il traduttore porta numerosi esempi. “L’uomo (il maschio) è attivo per definizione: deve esserlo per forza. Tutto ciò che rimanda o allude alla passività (considerata un ruolo e un’attitudine femminile) va bandito. O viene usato per offendere. Nel parlato, “essere stati presi per il culo” è ammettere un’onta: tradotto alla lettera, vuol dire non essere riusciti ad evitare che qualcuno ci oltraggiasse sessualmente.
Eccolo là, il punto debole del maschio: il culo. Quella parte anatomica che, trovandosi dietro di noi, non può essere sorvegliata “a vista”: nondimeno, va strettamente salvaguardata, per evitare che venga violata. E’ per questo che, mentre il “rotto in culo” è l’essere più infimo e disgraziato che ci sia, il “paraculo” è invece il top. Il paraculo riesce a “pararsi”; a proteggere le terga da ogni insidia e da ogni trappola, in maniera abile. E fa anche di più: con la sua accortezza e furbizia, lo “mette in quel posto” (dunque sempre là...) agli altri. Il paraculo insomma non si fa oltraggiare sessualmente: ma oltraggia, se gli conviene. Più maschilista di così...

Il culo viene anche associato alla fortuna, e sempre in senso ingiurioso: è la fortuna degli altri, quella che non tocca mai a noi. Dire che il tale ha avuto culo vuol dire che le cose gli sono andate bene. Ma l’espressione nasce da un’allusione (o forse un’illusione consolatoria): per raggiungere quel risultato, costui ha concesso il proprio lato B a chi doveva favorirlo. Una “fortuna”, dunque, pagata a caro prezzo...
Se ci fosse ancora bisogno di dimostrare il discredito e il biasimo che accompagna la (presunta) violazione del culo, rappresentazione della passività più estrema, si pensi al ”
vaffanculo”. Quando vogliamo insultare qualcuno in maniera pesante e definitiva, è quest’espressione sintetica: questa frase condensata in una sola parola, che ci sale automaticamente alle labbra. “Vaffanculo” è un insulto che l’uso generalizzato e frequentissimo non ha reso meno sanguinoso”.
La prossima volta che usiamo queste espressioni pensiamoci.

4 commenti:

  1. Sono d'accordissimo,anche tra gli animali ,prendiamo per esempio il toro simbolo della virilità,se gli viene tolta la possibilità di accoppiarsi con la femmina non disdegna neppure il maschio,è una cosa del tutto naturale.

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  2. L'uomo gay per la massa è un amorale,una checca,non ha virilità ma la donna lesbica eccita l'uomo però, e li la morale viene messa da parte,penso a chi è in carcere da anni,gli ormoni lavorano quindi è facile che possa succedere di mettere da parte i moralismi .Due donne che fanno sesso o due uomini che fanno sesso sono uguali ad una coppia etero che fa sesso,adesso la vedo così 20 anni fa no.Sono consapevole di conservare ancora dei maschilismi, qual'è l'uomo che non ne possiede, al contempo però sono quasi sicuro che non si potrà eliminare del tutto il problema neanche tra secoli ma parlandone e sfatando tutti i tabù l'uomo può migliorare ma per il momento resto per la classica,un domani poi chissà.

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