La fiction è "un prodotto di destra, revisionista, un fumettone, che sborda". Mauro Decortes, storico portavoce del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa, liquida così il film mandato in onda su Rai 1 dedicato al commissario Calabresi. "Credo che si difenderanno dicendo che una fiction è un’opera di fantasia, ma allora non dovevano chiamare il commissario col nome di Calabresi e non dovevano ambientarla a Milano ma in una città di fantasia, hanno fatto una operazione orribile che ci ha ferito”, dice Decortes all'Ansa snocciolando poi un lungo elenco di cose che, secondo lui e gli anarchici milanesi amici di Valpreda e di Pinelli, nella fiction sono state travisate e in particolare si sofferma su un fatto: ”La cosa più clamorosa è il bar degli anarchici a Milano. Non è mai esistito. Ma l’operazione è sottile: lo spettatore ha l’impressione di entrare in un bar di malviventi e se anche poi alla fine si fa capire che non hanno messo la bomba, delinquenti e drogati restano lo stesso”.
”Si figuri – aggiunge Decortes – che io, pur essendo antiproibizionista, ancora nel ’75 gettavo fuori dal circolo i giovani compagni che si presentavano con lo spinello e i compagni anarchici del ’68 erano ben più duri di me contro tutte le droghe. Quindi far vedere un bar dove ci si spinella e dove c’è chi usa eroina è un’operazione squallida”.
”Ci sono poi tanti personaggi letteralmente inventati, come la bella e brava attrice che impersona la cantante e che, provenendo dal presunto bar anarchico va di corsa in piazza Fontana, guarda caso, proprio in concomitanza con lo scoppio della bomba! E’ stata fatta un’operazione di destra, revisionista, piena di errori che ci sembrano voluti, di ricostruzioni storiche approssimative”. ”Ultimo, ma non meno importante – spiega – al commissario Calabresi vengono attribuite specifiche frasi e comportamenti che invece appartengono ai giornalisti democratici che cercarono di fare luce sui misteri di quegli anni, come Corrado Stajano e Camilla Cederna. E per finire, quando mai c’è stata una bomba anarchica in una fabbrica a Milano? La fiction è un prodotto di destra, un fumettone, che sborda”. ”Ripeto – conclude Decortes – se si ricostruisce un periodo storico non possono esserci personaggi che non coincidono con una verità storica conclamata. Possiamo colloquiare con chi dice che Pinelli si è buttato dalla finestra, mentre noi diciamo che è stato buttato, ma non con chi inventa e stravolge la storia”.
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RispondiEliminaUn filmuccio ipocrita che non m'è piaciuto senza averlo visto.
RispondiEliminaChe questa storiella (ché non non di può definire "storia") cucinata dalla RAI non fosse altro che una grossolana propaganda revisionista era evidente già dalla promozione mandata con invadente insistenza per giorni e giorni.
In compenso esiste ancora in questo Paese una critica intelligente e coraggiosa.
Non prendetevela: la fiction rai ormai è divenuta un prodotto usa e getta, con sentimentalismi, attorucoli e poco altro. Insomma, voglio dire, un tempo si poteva aspettarci qualcosa di buono ma oggi, solo spazzatura. al
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