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lunedì 20 febbraio 2017

Il linguaggio universale dell'arte negli omini di Keith Haring

A Pisa, la parete esterna della canonica della chiesa di Sant’Antonio è completamente decorata con un murale, il più grande mai realizzato in Europa. Su 180 metri quadri (10metri di altezza per 18 metri di larghezza) il maestro indiscusso della graffiti art Keith Haring nel giugno del 1989, insieme a studenti, artigiani e perfino i frati del convento, realizzò Tuttomondo: trenta monumentali figure incastrate tra loro che invadono tutto il muro senza finestre con l’unico scopo di simboleggiare la pace e l’armonia del mondo. C’è un cane che abbaia, un bambino carponi, un uomo che corre sulle scale e un altro, giallo, che cammina e che potrebbe essere lo stesso Haring, ma c’è anche la “croce pisana” realizzata da quattro figure umane unite all’altezza della vita; un uomo che sorregge sulle spalle un delfino, una scimmia e un volatile. E ancora: ci sono le forbici rappresentate come l’unione di due figure umane che tagliano in due un serpente; c’è una donna con in braccio un bambino e un uomo con un televisore al posto della testa simbolo del contrasto tra la naturalità della vita e la tecnologia che ne stravolge i ritmi.