"Vengo ora al mio grande delitto, quello che sovrasta tutti gli altri. Da tempo acquisto e stimo massimamente le opere di pittori assai originali e colti, tra cui vi sono molti uomini di genio, e pretendo di imporle agli amatori". Questo scrive Paul Durand-Ruel a proposito di Degas, Monet, Renoir, Sisley, Pissarro che si erano proclamati Impressionisti inaugurando tra mille polemiche a Parigi la mostra destinata a far cambiare rotta alla storia dell'arte. Era il 15 aprile 1874: un solco nella linea del tempo che segna un prima e un dopo. Non solo per le innovazioni linguistiche e tematiche introdotte dai pittori ribelli, ma pure per quel modello di relazioni messe in campo che sarà poi ripreso e sviluppato fino a delineare quello che oggi chiamiamo mercato dell'arte. A tessere la rete fu Paul Durand-Ruel (1831-1922), un mercante parigino che, in controtendenza rispetto alla critica e al pubblico, puntò tutto su una nuova arte, l’Impressionismo, i vincendo alla grande anche grazie al un nuovo modello di fruizione e vendita di opere che mise in campo circondandosi e valorizzando figure specializzate fino ad allora non riconosciute.
Parte tutto da qui. Lo sa bene Andrea Concas, docente e divulgatore nonché fondatore della prima community dedicata alla formazione, aggiornamento e orientamento sulle professioni dell’arte che ha appena pubblicato il nuovo libro “Professione Arte” (Mondadori, pag. 224, euro 19,90).
