mercoledì 3 aprile 2019

Sheela Gowda porta l'India a Milano

C'è un'antica tradizione in India che spinge gli induisti di ogni casta a donare, almeno una volta nella vita, i propri capelli alle divinità in cambio di una risposta alle loro preghiere. E così ogni anno milioni di persone si mettono in cammino, da ogni parte del Paese, per raggiungere i templi del sud negli stati di Tamil Nadu e Andhra Pradesh in cerca di miracoli e buona sorte. Altri indiani li vendono per motivi economici, altri ancora li utilizzano come talismani. Sheela Gowda li adopera per creare opere d' arte. Come quelle esposte da oggi negli enormi spazi del Cubo all' interno del Pirelli Hangar Bicocca. Entrando si ha l' impressione di avere di fronte due gigantesche tele che ricordano il Quadrato Nero dipinto da Malevic nel 1915 e considerato da critici, storici, curatori e artisti come il "punto zero della pittura". Solo da vicino ci si rende conto che si tratta di una corda fatta da capelli intrecciati lunga 15 chilometri.

Materiale povero, popolare, che nelle mani di Sheela Gowda, una delle artiste più importanti nel panorama del contemporaneo indiano, trova non solo una dignità artistica ma serve anche come mezzo per riflettere sul suo valore simbolico e comunicativo. Al pari del metallo dei bidoni di catrame che l' artista apre e appiattisce per poi crearne dei moduli (che richiamano a dei tableaux o a dei dipinti modernisti) e delle ciotole.
O dei cubi di granito tradizionalmente utilizzati in India per macinare le spezie: Sheela Gowda li ha recuperati dalle strade di Bangalore (non possono essere distrutti perché considerati sacri) e li ha sistemati nello spazio espositivo del Pirelli Hangar Bicocca lungo un reticolo tracciato sul pavimento. E poi i tessuti, la gomma, lo sterco bovino impiegato quotidianamente nelle zone rurali per l' edilizia e come combustibile, le pietre, l' incenso, il kumkum con il quale le donne indiane si segnano il punto tra gli occhi, conosciuto con vari nomi come Ajna Chakra, occhio spirituale, e Terzo Occhio. Tutta l' arte di Sheela Gowda è dialogo costante tra materia e spazio.

La mostra che si chiama "Remains" (scarto), riunisce installazioni realizzate in 30 anni di carriera e due opere create ad hoc per il Pirelli Hangar Bicocca: Tree Line nella quale delle fasce di gomma naturale grezza - fornita da Pirelli in collaborazione con il suo centro di Ricerca e Sviluppo - sono state intrecciate per creare una superficie lineare che rimanda a una tessitura geometrica e In Pursuit of con la corda di capelli. L'esposizione, la prima retrospettiva in Italia dell' artista indiana, curata da Nuria Enguita e Lucia Aspesi, si può visitare gratuitamente dal 4 aprile al 15 settembre.

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