Detroit considera i suoi murales degli atti vandalici e lui finisce in manette. Shepard Fairey, alias Obey, appena sceso dall'aereo che lo riportava a Los Angeles da un viaggio in Europa è stato arrestato con l'accusa di aver "imbrattato" 14 edifici della capitale dell'industria automobilistica statunitense, due dei quali di proprietà del comune. Accuse che prevedono fino a cinque anni di prigione e una multa di tre volte superiore al danno monetario causato, che in questo caso è compreso tra i mille e i 20 mila dollari.
A fine maggio il Dipartimento del 36° Distretto di Polizia di Detroit gli aveva inviato un mandato d’arresto con l’accusa di avere creato opere illegalmente in città. Fairy era lì per realizzare un grande murales autorizzato nell’area di One Campus Martius e, la sua permanenza, divenne l’occasione per una discussione aperta sui del graffiti illegali, alla discussione seguì la pratica. Del resto la "Graffiti Art”, come ha fatto notare Elysia Borowy-Reeder, direttore esecutivo del Museo di Arte Contemporanea di Detroit “ha da tempo trovato ampio spazio nelle gallerie commerciali, ma tanti graffitisti sentono la necessità di lavorare in strada continuando a praticare il lavoro illegale, condizione necessaria per mantenere una propria identità artistica”.
Non è la prima volta che Fairey viene fermato per reati simili: il suo curriculum vanta di 15 arresti in città diverse per aver realizzato graffiti senza permesso. Shepard Fairey, classe 1970, prima di diventare nota in tutto il mondo per aver creanto la celebre icona col volto del presidente Obama rosso, bianco e blu e la scritta Hope, aveva iniziato la sua carriera come street artist grazie a degli adesivi da attaccare su skateboard, motorini, auto, muri, metropolitane. Ha cominciato nel 1989 e ha raggiunto la notorietà stampando la faccia di un wrestler, André the Giant, rimanendo un mistero perché nessuno sapeva in realtà chi fosse. Lo stesso Fairey ha poi spiegato che non vi era nessun significato particolare nella scelta del soggetto, il senso della campagna era quello di produrre un fenomeno mediatico e di far riflettere i cittadini sul proprio rapporto con l'ambiente urbano.
Obey è stato comunque rilasciato perché la contea di Los Angeles non prevede l'estradizione per reati di questo tipo.
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