martedì 22 aprile 2014

#AssembleaAssemblea L'arte contemporanea è una truffa?

Stefania Di Lino, una brava poetessa e una compagna indispensabile, donna estremamente intelligente e di grande cuore, ha aperto su fb una discussione sull'arte contemporanea estremamente interessante.
Tutto è nato da un articolo comparso su LoboDiLattice (Arte, filosofia e cultura contemporanea) in cui l'autore, Alessandro Girola sostiene che l'arte contemporanea è una truffa.
Per Arte Contemporanea - scrive Girola -  ci si riferisce generalmente all’arte creata nel presente. Nel caso specifico credo che si possa parlare del ramo specifico del postmodernismo.
Avete presente quei tizi che tirano due righe con gesso su una strada e definiscono ciò “opera d’arte”? Ecco, siamo da quelle parti.
Ho sempre guardato con una certa perplessità a questi fenomeni. Curiosando in Rete si trovano le cose più improbabili, dall’artista che dipinge col vomito, a quello che lo fa col pene. Senza dimenticare quelli che ricavano opere e istallazioni mettendo insieme rifiuti, scarti industriali, merda.
Ne Il Testimone ho visto altri esempi di questa cosiddetta Arte.
Si va dal tizio che ha vinto un prestigioso premio accendendo e spegnendo a caso la luce, in una stanza vuota, a quello che è riuscito a vendere per 40.000 dollari un vecchio canotto gonfiato grazie a una fisarmonica.
Senza dimenticare – non riesco a rimuoverlo dalla testa nemmeno se ci provo – una catasta di confezioni di latte scaduto, che veniva prezzata più o meno attorno ai 12.000 dollari.
O alla ruota di bicicletta che girando accende una lampadina (7.000 dollari).
Un’altra che mi ha colpito, in quanto a ridicolaggine, è la foto di turisti in attesa davanti all’ingresso di una mostra. Arte contemporanea pure questa, a quanto pare.
Sapete qual è la cosa più spassosa? Che questi capolavori vanno a ruba. C’è gente disposta a staccare assegni importanti, per aggiudicarsi queste opere d’arte.
Ci sono due domande che ricorrono spesso quando si parla di queste correnti artistiche:
    Cosa mi rappresenta l’opera?
    Potrei farla anch’io?
Il primo quesito, a quanto pare, è tabù. Gli artisti si offendono terribilmente, se gli si chiede qualcosa del genere. Forse perché non sanno cosa rispondere? Chissà.
La seconda domanda invece contempla un “no” molto partigiano come risposta.
Ma perché no? Obiettivamente impilare dei cartoni di latte e dire che si tratta di un’istallazione artistica non richiede certo un novello Antonio Canova. Gli esperti dicono però che, a noi comuni mortali, manca il guizzo dell’idea, il colpo di genio.
Genio? Vabbé.
La luce si accende e si spegne. Opera d'arte!
La cosa che mi ha colpito più di tutte è però un’altra ancora. Un paio di questi creativi hanno candidamente ammesso di aver realizzato delle opere di arte contemporanea senza avere in realtà nessuna idea su cosa fare.
Questo è il caso del tizio scozzese che ha vinto il Turner Prize con l’istallazione della luce che si accende e che si spegne, in una stanza vuota.
Intervistato da Pif, Martin Creed ha confessato che la nascita di questo “capolavoro” pluripremiato è dovuta a giorni in cui non aveva assolutamente uno straccio di vero progetto artistico. “Allora ho pensato che un gesto come accendere e spegnere l’interruttore della luce è comunque arte” (cit.)
Fico, no?
Ora, questo mio post sembra particolarmente aggressivo. Ok, io l’Arte Contemporanea la sopporto poco. La visita al museo Guggenheim di New York la ricordo come uno dei momenti più noiosi del mio primo viaggio oltreoceano.
Poi c’è anche un perché, in questa mia antipatia.
Vengo da un settore, l’editoria, in cui la gente ci fa le pulci se un ebook costa più di un euro. Un.fottuto.euro.
Poi vengo a scoprire che un vecchio canotto è stato comprato per 40.000 dollari perché l’ha gonfiato un artista contemporaneo.
Permettete che le palle mi girino un po’.
Che volete farci. Anzi, quasi mi scatto una foto sul cesso, con l’ereader in mano, e poi provo a venderla come opera d’arte.



Sotto il post di Stefania nella sua pagina facebook si immediatamente aperta una discussione.

"Però l'Arte non può essere discriminatoria...", ho esaurito io.

"Eccessive semplificazioni a parte, io ho amato e studiato abbastanza l'arte contemporanea, e fatta, praticata e spiegata, ma...ma...non si può neanche continuare a prendere per i glutei la gente..., a cominciare dall'astrattismo, corrente inventata in America, e importata in Europa agli inizi degli anni '40, a suon di dollari, da una famiglia di banchieri che ancora governano (malissimo) il mondo, per soppiantare, dopo averla estirpata, la cultura figurativa. In modo particolare quella Rinascimentale, che metteva, e lo sappiamo, la figura umana al centro dell'agire e del fare...e non si è trattato di una pura innocente operazione "culturale", si è trattato di una operazione politica a tutti gli effetti: in sintesi di far spostare lo sguardo dall'essere umano e dai suoi bisogni ad altro de-umanizzato...Un tipo di arte, quella figurativa, che tutti, bene o male, riuscivano a capire e che parlava alla gente per essere capita...con l'arte moderna e contemporanea si aggiunge una figura "tecnica" che mai prima c'era stata, il mediatore che spiega ciò che gli altri "ignoranti" non riescono a capire...il critico d'arte...Ma è chiaro che il dibattito si farebbe lungo e interessante e la colonizzazione, volenti o nolenti, crea cultura, un'altra, diversa, ma è e rimane colonizzazione, per quanto apparentemente indolore, non priva di conseguenze a vederne i risultati...", ha risposto Stefania.

Stella Nera: "Su questo hai perfettamente ragione. Ma anche nei periodi della cosiddetta arte moderna, per non parlare del rinascimento e del barocco, ci sono stati truffatori, il mediatore ammanicato, i maestri che si vendevano per loro opere degli allievi... E per quanto agli artisti piaccia molto l'idea dell'improvvisazione ogni manifestazione artistica dalla poesia a una tela dipinta, a un segno sul muro è trasposizione di pensieri elaborati che riescono finalmente a venir fuori. E come tali vanno riconosciuti. Questo è il mio pensiero.

Stefania Di Lino: "ma non so veramente quanto agli artisti piaccia l'improvvisazione, o magari ciò che può apparire come tale. A cominciare da me, ma ne conosco molti altre / e che fanno dell'arte e della poesia applicazione ed esercizio quotidiano, alla stregua di una disciplina (auto-disciplina...) praticata approfondita. E' chiaro che in passato ci son state magagne, ma per fare un esempio, c'era comunque, anche nella truffa, l'esigenza di una manualità esercitata che non poteva mancare altrimenti la truffa non riusciva. Oggi il problema che stiamo affrontando è proprio la mancanza di tale manualità, come se le "macchine", la digitalizzazione, (la robotica?) potessero sostituirla in tutto e per tutto, come se veramente bastasse solo il pensiero...E la concretezza, il corpo umano, la figura appunto, dov'è...???"

Stella Nera: "Hai ancora ragione Stefania . Però io mi metto dalla parte di chi non ha il dono di questa manualità e si aiuta con le nuove e manco tanto tecnologie, con l'astrattismo, con parole che per lui hanno un significato. Perché non considerare anche questa un'espressione artistica"

Stefania Di Lino "capisco perfettamente... ma il problema come al solito è a monte...denaro, mercato, chi decide cosa sia arte e cosa no sulla testa degli altri, chi da patenti a chi, ecc......e so perfettamente che tu sai di cosa io stia parlando...".

Stella Nera: "Su questo niente da obiettare! È il solito problema di mercificare qualsiasi cosa".

Stefania Di Lino: "tanto per dirtene una, e concludo, Pollock, insieme ad altri, è stata una figura inventata a tavolino...Poi, se riusciamo ad incontrarci, ti passo un libro...so che l'apprezzerai. Il titolo è "La libertà nell'arte"...

Salvatore Provino "L'Arte contemporanea è una truffa solo per i truffatori. L'Arte astratta è un approfondimento del reale purtroppo non viene spigata e conosci uta per quello che realmente e'. Mi dispiace dissentire da voi".

Stefania Di Lino: "Salvatore, è contemplato dissentire, ma l'origine dell'astrattismo è quella che accennavo e non è affatto vero che non venga spiegata, anche perché ritengo, vista l'estrema soggettività di questa corrente, che il solo a poterla spiegare in modo esaustivo sia l'artista che la pratica, senza esperti e senza mediatori...Pensi che tutti gli artisti possano spiegare cosa fanno e perché lo fanno? In modo convincente, voglio dire...poi certo si può raccontare qualsiasi cosa...Ma chi ascolta è libero di trarre le sue conclusioni".

Ambra Simeone: "una sola cosa vi consiglio di leggere 'I mondi dell'arte' di Howard. S. Becker!".

Stefania Di Lino: "grazie Ambra!"

Ambra Simeone: "A parte ciò penso che l'arte sia sempre anche merce, non si può uscire da questa concezione, poi la mercificazione può avere diversi fini, obbiettivi e può essere applicata in diversi modi!"

Ambra Simeone: "inoltre la concezione di artista è da svecchiare, l'artista non è un singolo ma collabora alla creazione: l'opera d'arte è il frutto di una collettività!".

Stefania Di Lino: "l'arte, come la cultura è merce in questo sistema economico, che, dopo la cadita del famoso muro, fanno passare come l'unico possibile...Ma è veramente così?".

Ambra Simeone: "non ho mai conosciuto un artista che non volesse essere pagato per quel che fa, non ho mai conosciuto un venditore di tele che non volesse essere pagato, nessun direttore di galleria, nessun proprietario di sala,... tutto ciò è allargabile anche ad altri campi artistici, nessun musicista, nessun direttore d'orchestra ecc ecc.".

Stefania Di Lino: "ahhh...su quello mi trovi assolutamente d'accordo, Ambra. Dicevo, e proprio sulla tua bacheca che il genio per me non esiste, ma esiste una circolarità culturale, di messaggi e di contenuti (che il mercato tende a chiudere e a riservare all'elite dominante, ma così ammazza la cultura...), am tant'è che il mercato ha bisogno di sfornare il genio di turno (vedi Picasso con Braque, per es.) come sforna l'icona del cinema o della musica da dare in pasto al pubblico...Ma ciò rende ancora più lontana l'idea che qualsiasi forma d'arte, o di espressione, possa essere praticata se non da tutti, sicuramente da molti...".

Stefania Di Lino: "Ambra, gli artisti, per non parlare dei poeti, oggi spesso, se e quando possono si autofinanziano...e non c'è paese più avaro di questo con gli artisti, esclusi coloro che fanno parte delle cosiddette scuderie di alcuni critici accreditati dal sistema...".

Ambra Simeone: "è questo il punto si ci può difendere con le piccole organizzazioni di artisti, piccole industrie discografiche, piccole compagnie di teatro, piccole case editrici, piccole gallerie d'arte... che non hanno enormi finanziamenti ma che creano ancore di libertà contro le grandi industrie culturali, sono queste che assicurano libertà all'artista e al fruitore!".

Ambra Simeone: "se queste muoiono ci sarà dittatura culturale!".

Stefania Di Lino: "a mio avviso siamo già in dittatura, Ambra, da ogni punto di vista...e questo sistema di cose è talmente marcio da permeare tutto in capillarità senza che ce ne rendiamo neanche conto, ed è la dittatura peggiore, a pensarci bene quella che hai dentro e...Altro...".

Stefania Di Lino: "e bada che per il premio Strega, ci son passate le migliori firme del '900..."

Ambra Simone: "certo Stefania e io aggiungerei che oltre a dire no, bisogna anche costruire qualcosa di alternativo!".  

Stefania Di Lino "...e poi, nel caso un artista riesca a spiegare in modo convincente le motivazioni che lo hanno portato a compiere la sua opera, è più artista di un'altro che ha meno capacità introspettive o anche solo verbali? Insomma chi riesce a parlar meglio truffa meglio perché ti fa sentire ignorante e ti mette in uno stato di immediata subalternità? Lo so, ho sollevato un vespaio...". 

Stefania Di Lino ma non riesco ad entrare nel blog e te lo posto qui...:" ...A trar le somme, il problema è: per quale ragione Augusto come Stalin vive in costante tensione conflittuale con i suoi poeti, cosa spinge questi due tiranni e il miliardario Rockfeller a entrare in conflitto con l'arte? Se procediamo dai fatti risulta chiaro che il potere politico, cmq articolato, sia sotto il primato militarista di Augusto, sia sotto il primato teologico della dittatura staliniana, sia sotto il primato capitalista del sistema USA, deve assumere il controllo dell'arte, se vuole imporre il proprio modello di gerarchizzazione sociale, ma per quale ragione, da dove nasce e cosa esprime questo conflitto metastorico tra arte e politica? Cosa vota l'artista allo scontro con la politica, oppone arte e politica e costringe la politica a trasformare l'arte in propaganda? O ancora, riformulando il confronto oppositivo arte-politica in ambito statale, da dove deriva, per quale ragione il potere politico statale sceglie il polo della gerarchia, mentre l'arte quello della libertà?" (NIco, è un passo, solo un passo tratto dal libro di cui ti dicevo...).

Stefania Di Lino: " ...A trar le somme, il problema è: per quale ragione Augusto come Stalin vive in costante tensione conflittuale con i suoi poeti, cosa spinge questi due tiranni e il miliardario Rockfeller a entrare in conflitto con l'arte? Se procediamo dai fatti risulta chiaro che il potere politico, cmq articolato, sia sotto il primato militarista di Augusto, sia sotto il primato teologico della dittatura staliniana, sia sotto il primato capitalista del sistema USA, deve assumere il controllo dell'arte, se vuole imporre il proprio modello di gerarchizzazione sociale, ma per quale ragione, da dove nasce e cosa esprime questo conflitto metastorico tra arte e politica? Cosa vota l'artista allo scontro con la politica, oppone arte e politica e costringe la politica a trasformare l'arte in propaganda? O ancora, riformulando il confronto oppositivo arte-politica in ambito statale, da dove deriva, per quale ragione il potere politico statale sceglie il polo della gerarchia, mentre l'arte quello della libertà?" (cit.)

Salvatore Provino: Ma scusate Kandinsky ha fatto o no per primo l'arte astratta? Per favore non confondete l'arte con il mercato dell'arte anche se oggi si fa di tutto per farli essere un unica cosa ma non lo sono

Ivan Pozzoni: L'opera d'arte tardomoderna è una filiera: non è dell'artista, che non ne è autore.

Ambra Simeone: non vedo perché l'arte come tutte le altre attività umane non debba essere in qualche modo calata nel contesto politico, (non vuol dire al servizio sempre, ma semplicemente calata nel contesto sociale e politico) dire che non sia così è utopistico, l'arte è stata (e alle volte anche no), al servizio della politica, lo Stato sfrutta l'arte che ritiene più connessa al modo di governare e censura (in altri paesi più violentemente con la prigione e persino l'uccisione, nel nostro semplicemente non distribuendola) quello che ritiene pericoloso per il sistema... non scordiamo che artisti come Michelangelo hanno lavorato grazie al potere papale (all'epoca il potere politico più forte), eppure possiamo dire che essendo la sua arte soggetta al volere di un papa guerriero non sia da prendere in considerazione? o non sia arte?

Ambra Simeone: purtroppo poi le grosse industrie culturali fanno il gioco che gli conviene con lo stato... gli conviene perchè la distribuzione è forte e anche i guadagni, visto che le opere di questo genere vengono più che pubblicizzate perchè confacenti al governo stesso! Stefania Di Lino a questo ti ho risposto come bisogna reagire, più che parlarne bisogna reagire... ti ho scritto come!

Uccello Migratore: Scusate se intervengo da ignorante....l'arte è merce. Va bene per alcuni, per altri no. 30 anni di punk-hc...la musica come diffusione della rabbia, al di fuori della lagica del profitto. Io ci credo ancora. Non mi esprimo sul resto perchè non sono competente ma, dire che l'arte è merce in toto è una cazzata.

Uccello Migratore: No perchè se si dice così io, che con certa "arte" (poco da salotto davvero) ho a che fare da tanti anni e non ci ho mai guadagnato niente, (così come chi la produce) sono un coglione.

Ambra Simeone: Uccello cosa intendi dire con l'arte non è merce? anche l'arte autofinanziata è merce ha bisogno di finanziamenti... non avete comprato strumenti? non avete impiegato del tempo per le prove (anche il tempo è denaro) non vi hanno mai pagato per qualche serata, oppure avete raccolto collette e fondi per cause di ogni genere?

Ambra: Simeone Uccello Migratore che il finanziamento venga da un'istituzione o da noi stessi è comunque finanziamento, l'arte non cresce sugli alberi! mi fa comunque piacere che porti avanti queste attività, è importante come dicevo a Stefania reagire, ci sono tanti modi per farlo l'autoproduzione è uno di questi, come anche la produzione in piccola scala quella che ancora non è stata contaminata dalle istituzioni e dal potere!

Ivan Pozzoni: L'arte - come tutto in un sistema capitalistico- è merce: non confondiamo il dato sociologico (l'arte è merce), con il dato deontologico (l'arte non dovrebbe essere merce). Noi tutti viviamo in un mondo dove l'arte è merce, e vorremmo/desidereremmo che non lo fosse.

Stefania Di Lino: […]Picasso rifiuta l’astrattismo in quanto negazione della dimensione etica e critica nella comunicazione pittorica, ovvero sua completa riduzione a ornato aproblematico decorativo, come appunto si realizza nell’Islam per l’interdizione alla figura umana: che non ha portato alla pittura di paesaggio, ma alla morte della pittura, in quanto vi ha soppresso la sua funzione centrale conoscitiva: la riflessione sull’uomo.
Proprio come Maometto che, fondato sulla bibbia,vietò la riproduzione della figura umana, in quanto modellata da dio a immagine di sé medesimo – nel Corano c’è scritto che non c’è destino peggiore, nel giorno del giudizio, di quello che attende chi ha fatto lo scultore o il pittore -, fondato sul proprio denaro Rockefeller realizzò un codice estetico che ponesse fine alla blasfemia concettuale in pittura, semplicemente la rendesse impossibile, investendo il suo denaro per elevare a canone estetico centrale la bizzarra trovata del pittore russo Vassili Kandinkij: l’astrattismo che negli anni ‘930 si andava esaurendo. Forte del proprio denaro, Rockefeller attraverso il MoMA, rivitalizzò la pittura astratta con l’informale, dando nel contempo un mercato planetario tra musei e arredamenti di lusso. L’Astrattismo è un’arte che significa in quanto e soltanto se si possiede il codice simbolico generatore e di legittimazione. Il senso comune non individua alcun interesse concreto nei manufatti di tutta la cosiddetta arte astratta nelle sue varie versioni, che davanti al “senso comune” ha realizzato la grande strategia di fare propria, ma ribaltata, la posizione di Picasso: l’irrisione esemplare del senso critico della gente, ma sostituendo alla beffa picassiana il terrorismo metafisico di una critica estetica che costruisce una dogmatica di pseudo valori.
Solo dopo la falsificazione dogmatica: imposta la falsificazione dogmatica del reale, è poi possibile imporre operazioni dementi come la distruzione dei budda di Bamiami, dove si esemplifica la categoria della blasfemia, struttura concettuale etica essenziale ad impedire, combattere la libertà critica nella comunicazione estetica, in quanto attraverso il concetto di blasfemia è possibile trasformare in bello esemplare il cattivo gusto, imporre l’affermazione in arte di valori che servono solo come premesse di legittimazione del sistema di gerarchizzazione perseguito dalla classe dirigente.
Il gioco culturale simbolico del magnate USA è stato molto più complesso e sofisticato della rozza reazione talebanica monoteista. Egli non poteva, come i monoteisti che negano tutte le altre religioni, negare tutta la figurazione: sarebbe stato clamorosamente deriso, ma poteva sostenere che ormai la piatta riproduzione del vero in pittura, dopo la macchina fotografica e il cinema, era qualcosa di obsoleto: la pittura poteva ormai sopravvivere solo come pura pittoricità, ovvero arte informale, proprio come per l’Islam la spiritualità religiosa può sopravvivere soltanto in quanto parla e si esprime per le parole del Corano l’Unico Allah.
Ovviamente poi a controllare il cinema e la fotografia hanno provveduto i colleghi capitalisti del nostro mecenate newyorkese, in quel modo che la vita e l’opera di Chaplin raccontano[…]
Ritornando invece al trionfo dell’informale come apoteosi, culmine neoislamico della grande tradizione pittorica occidentale, non è altro sul versante della politica, il grande conflitto del capitalismo finanziario occidentale con la sua base sociale, la cui conclusione è il ricorrente sistema di crisi economiche, ma tutte scarsamente leggibili in ragione di una costante mascheratura culturale del fenomeno […] (cit.)

Stefania Di Lino: "...L’Espressionismo astratto fu un movimento artistico statunitense successivo alla seconda guerra mondiale. Fu il primo fenomeno artistico tipicamente americano ad influenzare il resto del mondo e contribuì a spostare radicalmente la capitale artistica da Parigi a New York, e più in generale dall'Europa agli Stati Uniti d’America. Il termine “Espressionismo astratto” si deve ad Alfred H. Barr jr. che lo coniò nel 1929 a commento di un quadro di Vasily Kandinsky. Successivamente fu ripreso per essere applicato all'arte americana degli anni ’40 dal critico Robert Coates nel 1946. In pratica, il termine viene applicato agli artisti operanti a New York nell'immediato dopoguerra con differenti stili, e perfino il cui lavoro non è né particolarmente astratto né espressionista. Dal 1960, la corrente perse d’impatto e non fu più a lungo tanto influente. I più rappresentativi espressionisti astratti furono: Willem de Kooning, Helen Frankenthaler, Arshile Gorky, Adolph Gottlieb, Philip Guston, Hans Hofmann, Franz Kline, Lee Krasner, Robert Motherwell, Barnett Newman, Jackson Pollock, R. Pousette Dart, Fuller Potter, Jean-Paul Riopelle, Mark Rothko, Clyfford Still." (cit.)

Stefania Di Lino: penso che ognuno, in buona fede, cerca di perseguire, con la coerenza della consapevolezza che gli è possibile, gli obiettivi culturali, ideali, politici, artistici poetici e sociali che la propria formazione culturale, la propria aspirazione, la propria intelligenza, i propri disagi o, al contrario, gli agi che la o lo caratterizzano, Ha ragione Ambra quando dice al Migratore, vabbuò, ma i soldi per fare quel che fai sempre da questo sistema di cose devi tirarli fuori, quindi dov'è la novità? Ma credo che anche il Migra,abbia ragione quando pur utilizzando risorse ed energie che questo sistema impone, li usi per cercare di far veicolare cultura "altra" tesa a valorizzare persone e temi che mai troverebbero diffusione nella distribuzione di regime, cercando di dare "corpo" (tanto per riprendere il discorso iniziale fatto con Stella Nera) a teorie che altrimenti, senza una azione pratica, rimarrebbero fumose teorie...anche per questo torno ad insistere che c'è bisogno di "corpo", cioè di ricentrare l'attenzione economica, filosofica culturale e quanto altro sull'essere umano, ancor più sugli esseri viventi, sui bisogni ad essi legati e sulla vita nel suo complesso. In questo senso abbiamo veramente bisogno di grandi riflessioni che disvelino, seguite dalla concretezza di un sostanziale sovvertimento della fuffa putrida marcia spacciata dal sistema.


E tu come la pensi?

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