Cari compagni, sono una ragazza di 12 anni anarchica. Può sembrare strano che a questa età io abbia già un credo politico, ma quando a Bologna, uccisero il compagno Lo Russo aprii gli occhi e mi informai più che potei su ciò che mi circondava e capii che l'unica soluzione stava nel rifiutare lo Stato attuale per costruire qualcosa di (finalmente) giusto!!!
Ora è morto anche il compagno Walter e ho pianto di rabbia per lui e per la nostra impotenza (mia e di altri giovanissimi) contro questo Stato di cazzo che si occupa, fra un dibattito e l'altro di appoggiare la violenza nera chiudendo gli occhi sui corpi dei compagni uccisi.
Voglio anche rispondere al compagno Ciro (Lotta Continua 9-10-1977) dicendogli che probabilmente anche chi ha tirato la molotov nel bar "Angelo Azzurro" è dispiaciuto per la morte di un innocente e che la mia rabbia per questo immensa, ma però dopo aver visto la pozza di sangue sotto il corpo di Walter avrei forse agito così. La lotta armata è un fatto importante che penso sia meglio usare in casi estremi con una certa consapevolezza di ciò che potrebbe conseguire a degli atti così violenti, neanche io lo approvo ma sinceramente, dopo i fatti di Roma avrei bruciato tutto. I fascisti sono degli stronzi e li odio come li odiate voi, ma dobbiamo stare attenti a non fare il loro gioco.
Vorrei delle risposte.
Vi saluto a pugno chiuso e vi prego di pubblicare la lettera.
Compagna Amanda (A)
Questa mattina mia sorella Simona mi ha mandato questa lettera. Si tratta di uno dei contributi pubblicati su "Care compagne, cari compagni. Le donne, i cavalieri, l'arme, gli amori... La storia del 77 n. 350 Lettere", edito da Edizioni coop. giorn. Lotta Continua, conservato nel Fondo della Fondazione Erri De Luca. La condivido perché quando l'ho letta mi ha fatto venire i brividi perché quello che ha scritto "Armanda, di 12 anni, anarchica", è oggi attuale più che mai. Ho provato i brividi a immaginare Amanda ora, una quasi cinquantenne: vorrei sapere di lei, dei suoi sogni di allora, di quelli di oggi; vorrei sapere se la rabbia è ancora la stessa. Ho provato i brividi pensando alla generazione di mia figlia, quattordicenne, e a quella violenza che subisce senza nemmeno rendersene conto ogni giorno a scuola, davanti alla tv, mentre smanetta su uno smartphone o si esibisce sui social secondo i canoni che la società gli impone. Ho provato i brividi perché abbiamo bisogno bisogno di tante Amanda determinate a "rifiutare lo Stato attuale per costruire qualcosa di finalmente giusto". E non importa l'età.
Dedicato a mia figlia Sofia e alla mia amica Gabriella.
Dedicato a mia figlia Sofia e alla mia amica Gabriella.
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