Ci sono notizie che per molti sono non notizie. Della serie: sticazzi. Per me invece, sono fonte di grandi emozioni. Notizie come questa.
Una studiosa, Carla Glori, ha scoperto che il San Giovanni dell'Ultima Cena di Leonardo è una donna: Bianca Giovanna Sforza, la stessa che posò per la Monna Lisa.
Già la storia della primogenita del Duca Ludovico il Moro è strappacuore di suo: la ragazzina, figlia illegittima, aveva 14 anni quando morì misteriosamente il 23 novembre 1496 dopo aver da poco sposato Galeazzo Sanseverino. Leonardo da Vinci aveva trovato il tempo di farle il ritratto nuziale (quello che noi chiamiamo Gioconda) nonostante fosse impegnato a dipingere il Cenacolo. Purtroppo il maestro non poté ultimare l'opera per via della scomparsa prematura della modella (quando nel 1499 fuggì da Milano portò con sé la tela con l'intenzione di terminarlo), ma utilizzò i suoi delicati lineamenti nell’affresco del refettorio di Santa Maria delle Grazie, il convento dove Bianca era da poco sepolta, l’Ultima Cena.
Questo, per me, è emozionante. Ma lo è ancor di più pensare al Maestro di Vinci che sceglie di dare all’apostolo Giovanni, il prediletto di Cristo, il volto di una donna, il volto di Bianca.
Non è una cosa scontata. Leonardo che amava circondarsi di ragazzini da utilizzare come modelli per le figure femminili, non mi risulta abbia mai fatto il contrario. Nè lui, né altri artisti a lui contemporanei hanno usato modelle per dipingere dei personaggi che ci vengono raccontati come uomini. Lui lo fa. Perché? Forse perché san Giovanni Evangelista, il discepolo che Gesù "amava”, è uno dei santi ritenuti omosessuali? Giovanni Dall’Orto, storico presidente dell’Arcigay, ricorda che «nelle bestemmie e nel folclore dei sodomiti antichi il santo sodomita era san Giovanni Evangelista, perchè è colui che all'Ultima Cena 'giaceva sul petto' di Gesù ('qui recubuit super pectus eius')». Forse Leonardo ha voluto restituire al discepolo prediletto la sua identità sessuale, quella che la Chiesa aveva fino ad allora volutamente nascosta e camuffata, raffigurandolo con i lineamenti femminili di Bianca?
Non ci deve sorprendere. Leonardo era noto per la sua irreligiosità e scetticismo verso i dogmi di santa madre chiesa. Scrive il Vasari che «tanti furono i suoi capricci, che filosofando de le cose naturali, attese a intendere la proprietà delle erbe, continuando et osservando il moto del cielo, il corso della luna e gli andamenti del sole. Per il che fece ne l'animo un concetto sì eretico, che è non si accostava a qualsivoglia religione, stimando per avventura assai più lo esser filosofo che cristiano».
Non solo. Molte sue note mostrano disprezzo verso gli uomini di Chiesa: sui preti che dicono messa: «Molti fien quelli che, per esercitare la loro arte, si vestiran ricchissimamente, e questo parrà esser fatto secondo l'uso de' grembiuli»; sulle chiese: «Assai saranno che lasceranno li esercizi e le fatiche e povertà di vita e di roba, e andranno abitare nelle ricchezze e trionfanti edifizi, mostrando questo esser il mezzo di farsi amico a Dio»; sul vendere il Paradiso: «Infinita moltitudine venderanno pubblica e pacificamente cose di grandissimo prezzo, senza licenza del padrone di quelle, e che mai non furon loro, né in lor potestà, e a questo non provvederà la giustizia umana» o anche «Le invisibili monete [le promesse di vita eterna] faran trionfare molti spenditori di quelle»; o sui conventi: «Quelli che saranno morti [i santi , dopo mille anni, fien quelli che daranno le spese a molti vivi [i frati]»; o ironizza sui riti: «Quelli che con vestimente bianche andranno con arrogante movimento minacciando con metallo e foco [il turibolo con l'incenso] chi non faceva lor detrimento alcuno» e sulla devozione delle immagini: «Parleranno li omini alli omini che non sentiranno; aran gli occhi aperti e non vedranno; parleranno a quelli e non fie lor risposto; chiederan grazie a chi arà orecchi e non ode; faran lume a chi è orbo».
Anticlericale anche a costo di pagarla cara. Racconta sempre Dall’Orto di un misterioso incarceramento che Leonardo subì a Firenze, su cui nulla si sa, se non che Leonardo in un appunto lo attribuisce sibillinamente al fatto di aver voluto dipingere Gesù come "putto".
Beh, pensatela come volete, per me il fatto che Leonardo avesse usato una donna come modella per il suo Giovanni Evangelista, è un ulteriore tassello del suo essere oltre, del suo vedere oltre le apparenze, le convenzioni, la morale del tempo.
Ecco, a me queste cose ancora mi emozionano.
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