venerdì 20 dicembre 2013

Quando gli scrittori era sorvegliati speciali: Sartre e Camus

A partire dalla fine del 1945,  l'Fbi, per volere del suo direttore John Edgar Hoover, mise sotto sorveglianza due intellettuali francesi, massimi esponenti dell’Esistenzialiamo, perchè ritenuti in grado di influenzare l’opinione pubblica “a favore del comunismo”. Si tratta del   filosofo Jean-Paul Sartre (1905-1980), e lo scrittore Albert Camus   (1913-1960).

Hoover, secondo i documenti desegretati dell’Fbi e consultabili presso i National Archives di Washington, era particolarmente preoccupato dalla diffusione delle idee di Sartre e Camus perché erano apprezzati sia dalla critica che dai lettori. In particolare, il direttore del servizio investigativo americano era quasi terrorizzato dall’autorevole influenza di Sartre che era membro tra l’altro del Fair Play for Cuba Committee, un’associazione a sostegno dell’isola di Fidel Castro, ma anche tra gli intellettuali più attivi nella protesta contro la guerra in Vietnam e tra le personalità che misero in dubbio  l'ipotesi del cecchino isolato nell’assassinio di JF Kennedy.
Oltre a discreti pedinamenti per le strade di Parigi, resoconti sui loro viaggi ed incontri sospetti, il Federal Bureau Investigationeseguì anche delle intercettazioni telefoniche. Gli agenti segreti, nel caso di Sartre, durante un quarto di secolo, non riuscirono a comprendere affatto il lavoro intellettuale di Sartre, ritenendo “misteriosi” i suoi obiettivi politici. Nel corso degli anni i rapporti inviati dalla   capitale francese negli Usa sottolineano i legami di Sartre con Che Guevara, Bertrand Russell e le Pantere Nere. In base alla lettura anche dei suoi libri, i rapporti riservati delle spie americane   conclusero che Sartre era da considerare comunque “un filocomunista”.
Nei primi rapporti spediti da Parigi su Camus e Sartre, tra il   1945 e il '47, si nota anche come gli agenti si lamentassero con i  superiori sul fatto che “tutto il materiale da leggere è interamente  in francese”, tanto da richiedere l’intervento di un traduttore per   comprendere con esattezza il loro pensiero. Uno degli agenti sguinzagliati in Europa da Hoover, un certo James M. Underhill, fu incaricato di “gettare un occhio” su Albert Camus, il cui cognome risulta storpiato in “Canus” nei primi dossier di cui dà notizia il periodico britannico  “Prospect magazine”, su un articolo di Andy Martin. (adn)

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