mercoledì 29 maggio 2019

Il riscatto dei senza casa attraverso la fotografia: 13 storie dalla strada


"Il posto più bello della mia città", Dario

Se un visitatore entrasse alle Gallerie d’Italia a Milano senza sapere nulla del progetto esposto, penserebbe tranquillamente di trovarsi davanti a una mostra di qualche celebre fotografo appena insignito del Pulitzer per i suoi reportage urbani. Gli scatti presentati nel polo museale di piazza Scala, non sono solo bellissimi: chi li guarda si trova ad osservare una realtà altra rispetto all’evidente. Questo perché gli autori delle 52 immagini sono persone speciali che hanno cercato e in molti casi trovato il proprio riscatto attraverso la fotografia. Sono clochard, donne e uomini abituati a essere definiti per difetto: “senza”, senza un impiego, senza una casa, senza un futuro che hanno scoperto che la vita può riservare loro ancora soddisfazioni personali e lavorative. 

sabato 11 maggio 2019

Biennale di Venezia 2019: il Leone d'oro va alla Lituania e pure a Arthur Jafa


Fuori piove a dirotto, ma dentro al Magazzino numero 42 della Marina Militare all'Arsenale di Venezia è già scoppiata l'estate. Dall'alto vedi il sole cocente e accecante che brucia il corpo dei vacanzieri “spalmati” sulla spiaggia coi loro costumi smaglianti, la pelle unta dalla crema solare, le ascelle appiccicose. La sabbia si infila dappertutto. Ci sono bambini che ridono, persone che leggono e chiacchierano. Insomma, ai tuoi occhi di guardone, una perfetta vacanza al mare. Solo in seguito diventi consapevole della fragilità della condizione umana che esprime quel “tableau vivant”: ogni personaggio della scena, cantando, rivela le proprie preoccupazioni. Da irrilevanti premure per prevenire scottature o piani per vacanze future, all’angosciante timore di imminenti catastrofi ambientali che emerge dal più profondo della propria precaria esistenza. Le micro-storie salottiere e frivole della spiaggia affollata, gradualmente soccombono lasciando spazio a questioni più serie e rilevanti, che trasformano i canti individuali in una sinfonia globale (la musica sembra ispirata ai classici contemporanei dell’Est), un coro universale di voci umane dedicato a problemi ambientali di scala planetaria. Corpi stanchi si fanno metonimia del nostro stanco pianeta.

È il Padiglione della Lituania alla Biennale Internazionale d'Arte di Venezia curato da Lucia Pietroiusti, con una banda di artiste provenienti da discipline diverse, Rugilè Barzdziukaitè (regista e direttrice di teatro), Vaiva Grainylè (scrittrice e poetessa), Lina Lapelyte (compositrice e artista visiva), che hanno messo in scena la performance “Sun & Sea (Marina)”.