venerdì 1 giugno 2018

L'Arcipelago Italia alla Biennale di Venezia #Architettura

Otto monumentali libri sono spalancati dentro le Tese delle Vergini dell'Arsenale, a Venezia. Pagine di una guida turistica che racconta itinerari inediti del Belpaese: attraversando l'arco alpino e la dorsale appenninica fino alla Sardegna si scoprono progetti di architettura contemporanea, ma anche borghi storici, cammini, paesaggi e parchi naturali che descrivono i territori interni, quelli meno conosciuti, quelli più interni, ma ricchi di qualità e valore. Si apre così il nostro Padiglione alla XVI Biennale di Architettura che ha appena spalancato le sue porte al pubblico. Il curatore Mario Cucinella, l'ha chiamato «Arcipelago Italia» ed è un vero e proprio insieme di piccoli comuni e città che, ha spiegato lo stesso Cucinella, «nella storia hanno rappresentato i nodi della produzione culturale, in altre parola il Dna italiano».
Ecco allora le residenze rurali delle Alpi Occidentali dove i materiali locali sono usati in chiave attuale; dove gli antichi fienili diventato luoghi al servizio del vivere odierno e i borghi sono la testimonianza concreta della possibilità di riportare alla vita aree in completo abbandono, segno di un dialogo possibile tra patrimonio storico e l' architettura contemporanea. Dal Pizzo di Gino fino a Gorizia, attraversando le Dolomiti, ci si ritrova sulle Alpi Orientali con infrastrutture immerse tra radure boschive e paesaggi alpini che non mostrano alcuna evidenza di presenza umana. Qui gli interventi di valorizzazione che hanno saputo rispondere ai problemi di dissesto, di connessione verticale e di dotazioni impiantistiche, tramite una riuscita rilettura architettonica dei manufatti.
L'itinerario prosegue lungo l'Appennino settentrionale dove i borghi riqualificati nelle strutture funzionali sono frutto della collaborazione tra pubblico e privato: innovative micro-architetture dialogano con il paesaggio agricolo circostante a pochi metri dai centri storici. Nuovi spazi produttivi si legano in modo armonioso al territorio, attraverso un sapiente utilizzo dei materiali e superfici anche lungo l'Appennino Centrale: qui i progetti si inseriscono in un' ottica di salvaguardia delle tradizioni contadine con lo scopo di valorizzare gli itinerari turistici locali e i prodotti del territorio.
Nella sezione dedicata all'Appennino Sannita - Campano - Lucano si può vedere come l'adeguamento sismico ha portato alla restituzione di nuovi spazi collettivi, luoghi dove tecnologia e modernità si relazionano con paesaggi e tradizioni attraverso azioni di recupero integrato. Le cave sono invece simbolo del Sub Appennino Dauno - Alta Murgia - Salento: qui interi territori plasmati dall' attività produttiva possono essere ripensati secondo un approccio circolare di riuso, esempi e insieme metafora di un paesaggio «naturalmente» sottratto al suo destino residuale.
L'Appennino Calabro - Siculo, svela invece gli spazi frutto di una ricostruzione artistica e visionaria, il cui esito e rapporto estetico con il territorio hanno dato vita a luoghi considerati opere d' arte. L'itinerario dell' Arcipelago Italia si conclude in Sardegna. Qui nel cuore montuoso dell'isola, dove è ancora forte la tradizione artigiana, strutture obsolete diventano occasione per realizzare piccole opere di architettura, che creano veri e propri «free spaces», mentre la rigenerazione di edifici pubblici diventa occasione per stimolare il rilancio socio - culturale dei paesi, sul tema emergente dello spopolamento.

Nella seconda tesa dell' Arsenale ci sono invece cinque progetti sperimentali di «edifici-ibridi». Su cinque tavoli che sembrano davvero un arcipelago in tre dimensioni viene illustrato il lavoro collettivo di sei studi d' architettura emergenti (AM3 Architettura, BDR Bureau, Diverserighe Studio, Gravalos Di Monte Arquitectos, Modus Architects, Salinas Serra Architetti) che progettano una «casa dei cittadini», strutturata in un percorso sanitario, promozione della salute e ricerca, in Sardegna; un «luogo del lavoro» per le Foreste Casentinesi al confine tra Toscana ed Emilia Romagna; un «dittico» che testimonia le esigenze dei comuni compresi nel «cratere sismico» del Centro Italia per il centro storico di Camerino; la riformulazione funzionale di due scali ferroviari sulle colline di Matera; una piazza per la crescita del Belice, all'interno dell'iter di riprogettazione del Teatro incompiuto di Pietro Consagra.
Il Padiglione Italia, insieme ala Biennale si può visitare fino al 25 novembre.

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