domenica 26 giugno 2016

Perdersi nelle opere di Escher

Andate a vederla e perdetevi. Se lo scopo di una recensione su una mostra deve essere quello di scoraggiare o incoraggiare il lettore a visitarla, questo è un invito esplicito ad acquistare il biglietto per entrare a Palazzo Reale e immergervi nel fantastico mondo di Escher.
Perdetevi nelle sue oltre 200 opere come fa il ragazzo nella Galleria di Stampe (1957) intento a guardare una stampa in cui è rappresentato il porto de La Valletta nell' isola di Malta, esposta in una galleria. L' immagine (qui a fianco) si ingrandisce sotto i suoi occhi, aumenta le sue dimensioni a tal punto da uscire dalla sua cornice fino a confondersi con il paesaggio esterno alla stampa e alla galleria; la sensazione è quella di essere rinviati dall' interno all' esterno e dall' esterno all' interno, in una specie di moto perpetuo in cui i piani si mescolano e si intersecano tanto da non poter più capire dove finisca l' interno e dove cominci l' esterno, e viceversa. Perdetevi nelle Mani che disegnano (1948), in cui si vedono due mani ognuna della quali disegna l' altra, o nel famoso triangolo impossibile del matematico Roger Penrose, nel nastro di Moebius o nel cubo tenuto in mano dal ragazzo seduto alla base della villa, anch' essa impossibile, nella litografia Belvedere (1958), realizzabile sul foglio ma non nello spazio.

Il fascino di Escher non invecchia e oltrepassa il tempo e i luoghi: nella mostra appena inaugurata a Milano - una retrospettiva pressoché completa - viene raccontata l' evoluzione del suo percorso creativo caratterizzato da una linearità rarissima e quasi perfetta: dagli anni della formazione decisamente influenzati dalle risorse artistiche, paesaggistiche e architettoniche dell' Italia in cui visse dal 1923 al 1935, allo snodo rappresentato dalla visita al monumento moresco dell' Alhambra, dalle tassellature alle superfici riflettenti, dalle metamorfosi ai paradossi geometrici, i temi si affacciano e si sviluppano con regolarità, approfondendosi e complicandosi fin quasi all' esaurimento, per poi a volte ritornare, anche a distanza di anni, inseriti in nuovi contesti.
Il tutto a raccontare di un artista visionario, poliedrico e contemporaneo ante litteram, che guarda al mondo dei numeri, della geometria e della matematica per rappresentare mondi simultanei e infiniti in uno spazio finito; più vicino agli scienziati che agli artisti (celebre il suo rifiuto stizzito a Mick Jagger che aveva chiesto il permesso di usare un suo lavoro per la copertina di un disco); poco stimato dai contemporanei, ma capace di affascinare chiunque si sia trovato di fronte a una sua opera.
L' arte uscita dal torchio del suo studio si è trasformata in scatole da regalo, francobolli e biglietti d' auguri; è entrata nel mondo dei fumetti, è finita sulle copertine degli lp di noti gruppi come i Pink Floyd; le sue strutture impossibili sono usate per alludere a situazioni paradossali e per stupire con architetture, nella realtà, irrealizzabili. Incisioni come Relatività (o Case di Scale) si ritrovano nel turbinio di rampe che vedono di volta in volta prima Mickey Mouse e poi i Simpson perdersi nel mondo di Escher. Situazioni escheriane sono impiegate in clip pubblicitarie come quella dell' Audi del 2007 basata su stampe famose come Cascata. Mano con Sfera Riflettente, Altro mondo e Belvedere sono utilizzati da Illy Caffè in una pubblicità del 2006. Nel film fantastico Labyrinth del 1986 con David Bowie, prodotto da George Lucas, una scena è costruita sull' immagine di Case di Scale. Anche le celebri rampe fatate del Castello di Hogwarts nella saga di Harry Potter sono la trasposizione dinamica di quest' opera, ripresa perfino in una delle scene più strabilianti di Una notte al museo III e nella pubblicità di Sky.
La mostra a Palazzo Reale, che sarà visibile fino al 22 gennaio 2017, si articola in sei sezioni nelle quali si trovano anche esperimenti scientifici, giochi e approfondimenti didattici che consentono ai visitatori di ogni età di comprendere le invenzioni spiazzanti, le prospettive impossibili, gli universi apparentemente inconciliabili che si armonizzano in una dimensione artistica unica. All' interno del percorso anche una straordinaria installazione creata appositamente per la mostra di Palazzo Reale da Studio Azzurro: in una stanza quadrata scorrono, a diverse altezze, quattro rampe di scale. Scale sognanti è una poetica istallazione - che suggerisce l' opera di Escher Relatività - dove un universo profondo affonda sotto i piedi del visitatore. Tra le scale compaiono piccoli animali, sfuggiti alle metamorfosi escheriane. L' esperienza interattiva catapulta il visitatore in uno spazio popolato d' immagini, ma d' un tratto le scale si fermano e gli animali scompaiono. Cade dall' alto un oggetto, tocca una scala e rimbalza, cade più in basso e tocca un' altra rampa, rimbalza di nuovo finché scompare lontano nel vuoto.
Una voce, intanto, racconta una brevissima storia. Quando l' oggetto ricompare fluttuando di fronte allo spettatore, ruota come il satellite di un pianeta, si deforma attraverso una lente e poi nulla: solo allora le scale riprendono il moto.

Nessun commento:

Posta un commento