martedì 8 ottobre 2013

Il partigiano Beppe Fenoglio aveva nascosto le armi nell'armadio

"...Uno di quelli alzò gli occhi e disse con una imprevedibile voce di falsetto: - To', un badogliano. Questi son signori. Guardate, guardate come sono armati ed equipaggiati questi cristi.
- Guarda anche come sono infangato, - gli disse Milton tranquillo.
- Ecco, quella è la carabina americana famosa, - disse un secondo.

E un terzo, con tanta ammirazione che non lasciava più posto all'invidia: - E quella è la Colt. Prendete la foto alla Colt. Non è una pistola, è un cannoncino. E' più grossa della Llama di Hombre. E' vero che spara i medesimi colpi del Thompson?..."
Le armi descritte dal partigiano Beppe Fenoglio nel libro "Una questione privata" sono state ritrovate dalla figlia Margherita: erano nascoste in un armadio della sua casa ad Alba. "Per me - ha detto - è stata una grande sorpresa e una forte emozione ritrovare le armi appartenute a mio padre. E ho pensato che potessero essere conservate come legame fra la realta', la storia di quegli anni e l'invenzione letteraria dei personaggi dei suoi romanzi". La carabina M1 calibro 30 e di la pistola Colt 45 automatica erano al fondo di un vecchio armadio. Forse l'unica a saperlo era la moglie dello scrittore, Luciana Bombardi, scomparsa nel novembre scorso. Le ha custodite per cinquant'anni quelle armi che nel romanzo erano del protagonista Milton, partigiano ventenne innamorato di Fulvia, giovane torinese sfollata ad Alba. Ora le armi "letterarie" sono da un armaiolo albese, per renderle inoffensiva, poi - per volontà della figlia Margherita - andranno al Centro Studi che porta il nome del padre, morto prematuramente a 41 anni, nel 1963, per un male incurabile. Il Centro raccoglie già numerosi oggetti appartenuti allo scrittore, soprattutto manoscritti e le prime edizioni delle sue opere.
La Resistenza di Fenoglio inizia nel gennaio 1944 quando si unì alle prime formazioni partigiane. In un primo momento si aggregò ai "rossi" delle Brigate Garibaldi, ma presto passò con gli autonomi o badogliani del 1º Gruppo Divisioni Alpine comandata dal maggiore Enrico Martini "Mauri" e della sua 2ª Divisione Langhe, brigata Belbo, comandata da Piero Balbo "Poli" ed operante nelle Langhe, tra Mango, Murazzano e Mombarcaro. Partecipò allo sfortunato combattimento di Carrù e all'effimera esperienza della Libera Repubblica partigiana di Alba, indipendente tra il 10 ottobre e il 2 novembre 1944.

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