domenica 4 agosto 2013

Livorno, i "funerali del mare" contro il rigassificatore

Gli anarchici livornesi si mobilitano questa sera per ribadire con forza: "No al rigassificatore", "No al saccheggio", "No allo sfruttamento". Sul sito del Collettivo Anarchico Libertario e della Federazione Anarchica Livornese spiegano cosa significano per loro "i funerali del mare", quel mare dove è ancorato, a pochi chilometri dalla costa,  il mostro con suoi quattro enormi serbatoi da 137mila metri cubi di capacità. In autunno dovrebbe essere messo in funzione: pomperà ogni giorno centinaia di milioni di litri d’acqua, che poi rigettaterà in mare più fredda e con aggiunta di cloro con inevitabili danni per l'ambiente marino.
«Scendere in piazza questa sera», spiegano i compagni nel volantino che verrà distribuito questa sera, «è importante per riaffermare le ragioni della lotta contro il rigassificatore, un movimento che negli scorsi anni ha portato in piazza a Livorno migliaia di persone. Il movimento contro il rigassificatore, oltre ad aver contato su un’ampia partecipazione, ha contribuito a far emergere con urgenza in città le questioni della salute e dell’ambiente, favorendo lo sviluppo di numerose lotte sul territorio e stringendo legami a livello nazionale con numerosi altri movimenti popolari.

Nonostante l’ampio movimento di opposizione al progetto, nonostante stragi come quelle di Viareggio e Genova abbiano dimostrato ancora una volta come la sicurezza e la salute collettive siano sempre subordinate ai profitti di pochi affaristi, l’impianto di rigassificazione sembra essere pronto a entrare in funzione. 
Adesso che la “FSRU Toscana”, il famoso “bombolone”, è arrivato a largo delle coste livornesi, dobbiamo tornare a denunciare le menzogne e l’arroganza delle istituzioni. Tra le numerose bugie dell’amministrazione locale va evidenziata la falsa promessa di riduzione delle bollette del gas. È stato confermato anche dalla stampa nazionale quanto i comitati affermano ormai da tempo: il rigassificatore porterà bollette del più salate ai livornesi, che dovranno garantire di tasca propria i profitti della società OLT.
I “funerali del mare” non saranno i funerali delle lotte, possono invece essere un’occasione per rilanciare mobilitazioni dal basso in difesa della salute e dell’ambiente. E' importante adesso dare continuità ai percorsi assembleari, estendere la partecipazione attiva, rifiutando ogni delega al partito o al politico di turno, coscienti che nessuna soluzione può esserci da parte di quelle istituzioni che piegano le proprie stesse leggi per favorire chi devasta i territori e avvelena la popolazione, da parte di quelle istituzioni che reprimono con violenza chi lotta per la salute, contro la militarizzazione, contro lo sfruttamento e il saccheggio capitalista.
Una ennesima dimostrazione del ruolo delle istituzioni ce l’ha data alcune settimane fa la Regione Sicilia. In Sicilia un ampio movimento popolare contro la costruzione del MUOS (un nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari per la marina militare USA) si oppone alla definitiva militarizzazione dell’isola, alla guerra, all’attentato alla salute degli abitanti della zona. Nello scorso aprile la Regione Sicilia aveva revocato le autorizzazioni per l’installazione del MUOS sotto la pressione del movimento popolare, a fine luglio però la Regione stessa ha revocato il proprio provvedimento di revoca delle autorizzazioni, dando il via libera formale ai lavori. Un voltafaccia che ha fatto venire a galla i precedenti accordi della Regione Sicilia con il Ministero della Difesa per garantire la partenza effettiva dei lavori sulla pelle della popolazione.
Se vogliamo vincere, se vogliamo ottenere dei cambiamenti possiamo solo affidarci alle nostre forze. Come anarchici sosteniamo l’autorganizzazione delle lotte, attraverso un metodo assembleare ed orizzontale, attraverso la pratica dell’azione diretta ed il rifiuto della delega ai partiti. Coloro che subiscono come lavoratori e come abitanti i danni dello sfruttamento e della devastazione ambientale sono gli unici che possono migliorare le proprie condizioni, nessuno lotterà al loro posto. Solo in questa prospettiva sarà possibile bloccare davvero questi progetti devastanti e costruire una concreta alternativa, libera e autogestionaria».

Nessun commento:

Posta un commento