giovedì 18 luglio 2013

Imbrattata la targa di Pinelli a Piazza Fontana. Quel marmo non si tocca!

La targa di Pinelli oltraggiata
Qualche idiota la notte tra martedì e mercoledì si è divertito a imbrattare la targa di Pinelli a piazza Fontana: non quella delle istituzioni, bensì quella dei compagni del ferroviere anarchico ammazzato nell'ufficio del commissario Calabresi il 16 dicembre 1969. Anticipando quello che il Comune di Milano vorrebbe fare, il solerte vandalo ha modificato la scritta da "ucciso" in "uccisoSI". Due lettere che firmano in maniera chiara ed inequivocabile l'oltraggio.

E' di qualche giorno fa, infatti, la decisione di Palazzo Marino di rimettere mano alle targhe commemorative sparse in città. Tra queste quella posta dagli anarchici nel giardino di fronte alla Banca Nazionale dell'Agricoltura dove la bomba fascista del 12 dicembre 1969 fece 17 vittime e ferì 88 persone. Con il voto favorevole del Pd e del centro destra il consiglio comunale ha infatti approvato la proposta della Lega Nord di modificare la grammatica delle targhe toponomastiche che contiene anche l'emendamento del terzopolista Manfredi Palmieri secondo il quale le targhe devono essere corrette anche nei contenuti se portano il nome delle vittime degli episodi di terrorismo. Il Comune di Milano le modificherà, dice il documento approvato, «inserendo nel testo la verità giudiziaria affermata». La cosa non è parsa vera a Riccardo De Corato che già aveva provato senza riuscirci a smantellare la lastra di marmo. Il "fratello d'Italia", non appena l'Aula ha dato il via libera, si è affrettato ad annunciare: «Il Comune rimuoverà la targa apposta dagli anarchici abusivamente nei giardinetti di piazza Fontana dove è scritto che Pinelli fu ucciso. D'Ambrosio accertò che l'anarchico Pinelli non fu ucciso».

Parole le sue che non coincidono con quanto detto da Napolitano il 9 maggio 2009 quando accolse al Quirinale la vedova Licia Pinelli. Forse De Corato non ricorda che il presidente della Repubblica in quell'occasione chiese «rispetto e omaggio per la figura di un innocente, Giuseppe Pinelli, che fu vittima due volte: prima di pesantissimi e infondati sospetti, poi di una improvvisa e assurda fine». E' un peccato che De Corato non sappia che la verità giudiziaria nel caso di Pinelli non coincide con quella storica.

De Corato dovrebbe sapere inoltre, visto il tentativo andato male già una volta, che rimuovere quella targa è pressoché impossibile: potrà sempre esserci qualche imbecille che si divertirà a sporcarla, potrà sempre esserci qualche trombone che annuncerà di volerla toglierla, ma il marmo non si sposterà da lì. Si metta l'anima in pace: la targa degli anarchici a ricordo di Pinelli resterà dov'è a ricevere l'omaggio di chi non dimentica.

Per questo il Ponte della Ghisolfa, il circolo del "ferroviere ucciso innocente nei locali della questura di Milano il 16 dicembre 1969", ha organizzato per il 24 Luglio, alle ore 18, un presidio a piazza Fontana. Verrà ripulita la targa imbrattata a ribadire che quel marmo firmato "dagli studenti e democratici milanesi" non si tocca: continuerà a ricordare la verità. Anche a quelli che la considerano una verità scomoda. (nop)

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